Magnesio, folato e latticini i migliori alleati contro ca colon-retto

30 Settembre 2020

Folato, magnesio e latticini preziosi alleati contro il rischio di sviluppare cancro colorettale. Questi i risultati, pubblicati su Gut, di uno studio osservazionale “a ombrello” che ha preso in esame 80 lavori, tra review e metanalisi, pubblicati in letteratura a partire dal 1980 e sino al 2019 e che coinvolgevano partecipanti non ad alto rischio di tumore intestinale. I nutrienti presi in esame sono stati: vitamine o integratori (magnesio, calcio, acido folico, vitamina A, B, C, E, D, β-carotene e selenio); caffè; tè; pesce e acidi grassi omega-3; latticini; fibre; frutta e verdura; carne e alcol. Sono stati valutati, allo stesso scopo preventivo, anche alcuni farmaci, quali aspirina, Fans e statine.

Per quanto concerne il magnesio, l’assunzione di almeno 255 mg/die è risultata associata a un rischio inferiore del 23% di sviluppare tumore rispetto a consumi inferiori. Per l’acido folico, consumi elevati riducono il rischio del 12-15%, ma i dati disponibili non hanno consentito di evidenziare una dose-soglia. Il consumo di latticini riduce il pericolo del 13-19% ma non è stato possibile quantificare i consumi consigliati, data il numero esiguo di metanalisi disponibili e la grande varietà di prodotti latto-caseari presi in esame. L'assunzione di fibre si associa a un rischio inferiore del 22%-43%, quella di frutta/verdura fino al 52%, con un beneficio supplementare per ogni 100 g/die di consumo aggiuntivo. La stessa soia protegge, con un modesto, ma significativo, calo del rischio (8-15%). Nessuna evidenza, invece, sugli effetti protettivi di vitamine E, C, multivitaminici, β-carotene e selenio.  Dati deboli, ambigui o poco coerenti per quanto riguarda tè, aglio, cipolle, vitamina D da sola o in combinazione con il calcio, caffè e caffeina, pesce e omega-3, vitamina A e vitamine del gruppo B. Un modesto effetto protettivo è stato riscontrato negli studi osservazionali per un'elevata assunzione di calcio, ma una metanalisi degli studi clinici a disposizione non ha rilevato alcun effetto protettivo, se non addirittura un aumento del rischio.

La maggior parte delle metanalisi di studi osservazionali disponibili riporta un aumento del rischio compreso tra il 12% e il 21% per la carne, in particolare quella rossa e trasformata: studi dose-effetto rivelano un aumento del rischio del 10-30% per ogni 100 g/die in più consumati. Infine, l’alcol aumenta significativamente il rischio, in un rapporto dose-effetto e già per i consumi più bassi, pari a 1–2 drink al giorno.

Per quanto riguarda i farmaci, l’aspirina riduce il rischio tra il 14% e il 29% a partire da 75 mg/die, con un effetto dose-risposta sino a 325 mg/die. L’impiego di fans per un periodo fino a 5 anni si associa a una riduzione significativa del rischio, dal 26 al 43%, mentre nessun effetto risulta legato all’impiego di statine.

I ricercatori sottolineano, comunque, che in linea generale il livello di evidenza è basso o molto basso nella maggior parte dei casi, principalmente a causa di ampie differenze nel disegno degli studi, negli end point e ne numero di partecipanti. I dati, peraltro, non consentono di definire dosi e durata di esposizione ottimali per nessuno dei prodotti. Ciononostante, sono indicazioni preziose in grado, da una parte, di guidare i clinici a fornire suggerimenti nutrizionali utili ai pazienti e, dall’altra, a prospettare nuove linee di ricerca”.

Nicola Miglino

 

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