Microbiota intestinale predittivo di risposta a immunoterapia

07 Ottobre 2020

Le differenze nel microbiota intestinale possono influenzare la risposta all’immunoterapia con farmaci anti-Pd-1 (proteina 1 di morte cellulare programmata). Questo il tema al centro di un recente incontro di presentazione del progetto ‘Immunoterapia e Nutrizione’, realizzato in collaborazione con Sanofi Genzyme e che vede come responsabili scientifici Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia medica melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative presso l’Istituto Pascale di Napoli, Gabriella Fabbrocini, direttore Uoc di Dermatologia clinica presso l’Aou Federico II di Napoli e Ignazio Stanganelli, presidente dell'Intergruppo melanoma italiano nonché direttore della Skin cancer unit presso l'Istituto tumori della Romagna.

“Il rapporto tra la nutrizione e i tumori della pelle ha un potenziale importante che deve essere approfondito”, afferma Ascierto.Alcuni studi in vitro e su modelli animali hanno evidenziato l’associazione tra la composizione del microbiota intestinale e la risposta alle terapie antitumorali quali l’immunoterapia. I risultati ottenuti da uno studio clinico in pazienti con tumore della pelle indicano che la composizione del microbiota intestinale è capace di modulare la risposta all’immunoterapia anti-Pd-1.  In particolare, l’abbondanza e la varietà dei batteri intestinali “buoni” erano associate a una migliore risposta alla terapia anti-Pd-1”.

Allo stesso modo, anche in dermatologia, dalle ultime evidenze è emersa un’alterazione della composizione del microbiota intestinale nei pazienti con dermatite atopica e, anche in questo caso, la dieta potrebbe giocare un ruolo a sé tra i fattori ambientali. La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della pelle che si associa ad aumentato rischio di sviluppare allergie alimentari, asma, rinite allergica, e altre malattie infiammatorie immuno-mediate. Per garantire la salute del microbiota intestinale è fondamentale uno stile di vita sano che includa anche una dieta equilibrata e varia, caratterizzata dal consumo giornaliero di frutta e verdura, cereali integrali, legumi, proteine di origine vegetale e animale.

“Oggi la diffusione di uno stile di vita occidentale, sedentario e con cattive abitudini alimentari, quali il consumo elevato di cibi ad alto indice glicemico e ricchi di leucina, grassi e proteine di origine animale, può giocare un ruolo importante nel peggioramento dei sintomi della dermatite atopica”, spiega Gabriella Fabbrocini, direttore Uoc di Dermatologia clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Federico II di Napoli. “Diversi studi scientifici hanno riportato che la terapia medica prescritta dal dermatologo può essere aiutata, in termini di efficacia, da un'alimentazione equilibrata a base di frutta e verdura, ricca di vitamine e antiossidanti. Presso i nostri centri dermatologici, durante il percorso di inquadramento diagnostico-terapeutico, prevediamo sempre una consulenza nutrizionale da parte del nostro team per suggerire il migliore stile di vita possibile”.

Dai lavori del board scientifico del progetto “Immunoterapia e nutrizione”, sono nati degli opuscoli informativi sull’importanza di una corretta alimentazione per il benessere generale del paziente, sia per i tumori che per le patologie infiammatorie della cute, grazie anche alla collaborazione con la scuola Italiana di Comix, insieme alle associazioni di pazienti Ai.Ma.Me e AndeA , e alle società scientifiche Sidemast, Imi e Fondazione melanoma.

Questi materiali costituiscono inoltre uno strumento di supporto ai clinici nell’ambito del percorso diagnostico-terapeutico, grazie all’esperienza dei centri di riferimento, sia nelle neoplasie cutanee che nelle patologie infiammatorie della cute, come nel caso della dermatite atopica.

“Non si tratta solo un progetto innovativo nel campo dell’immunoterapia, dove assistiamo a continui progressi scientifici, ma di un’iniziativa che vuole contribuire, con un linguaggio semplice e adatto a tutti, a migliorare la qualità di vita dei pazienti, oltre la terapia”, commenta Mauro Ninci, direttore medico di Sanofi Italia.

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