Circulation: occhio al Bmi, pericoloso più dell’età per Covid-19

25 Novembre 2020

Nuovi dati sul rischio di una prognosi severa per pazienti obesi colpiti da Covid-19 giungono da uno studio appena pubblicato su Circulation e presentato in anteprima nei giorni scorsi durante il congresso in edizione digitale dell’American heart association. Se gli under 50 sono più protetti rispetto a forme gravi della malattia, questo sembra non valere in questa fascia di età in caso di sovrappeso/obesità.

La ricerca ha analizzato i dati di oltre 7.600 pazienti ricoverati per Covid-19 in 88 ospedali statunitensi sino a luglio 2020, suddivisi per sesso, età, razza e comorbidità. Tra gli under 50, l'85% era in sovrappeso (Bmi: 25-29 Kg/m2) o obeso (Bmi: ≥ 30 Kg/m2), rispetto, per esempio, al 54% degli over 70. In generale, i pazienti con obesità grave, di grado III, avevano una mortalità superiore del 26%, mentre nella fascia di età sotto i 50 anni il rischio tra i gravemente obesi è risultato del 36% superiore ai pari età ma normopeso.  Un Bmi più elevato è risultato correlato anche a necessità di dialisi e comparsa di tromboembolismo venoso.

"In generale, le persone obese hanno maggiori probabilità di essere ricoverate in ospedale se colpiti da Covid-19 rispetto ai normopeso” sottolinea Nicholas Hendren, cardiologo dell’Ut Southwestern medical center di Dallas e prima firma dello studio. “Una volta ricoverati, poi, il rischio di complicanze, ventilazione meccanica e mortalità è per loro più alto, anche se quando l’età dovrebbe in teoria giocare a loro favore. I gravemente obesi andrebbero considerati ad alto rischio, con priorità rispetto a un vaccino prossimo venturo. Ricordiamoci che negli Stati Uniti costoro rappresentano il 7% della popolazione adulta”.

Gli Autori individuano alcune possibili spiegazioni che legano sovrappeso e obesità a una peggior prognosi di Covid-19.

“In primo luogo – sottolineano - l'obesità porta con sé comorbidità che aggravano il quadro quali ipertensione e diabete. In aggiunta, Sars-CoV-2 utilizza un enzima chiamato Ace-2 per entrare e infettare le cellule umane, un recettore abbondante anche nel tessuto adiposo. Non possiamo poi nemmeno trascurare il fatto che il peso di per sé aggrava la funzione meccanica respiratoria”.

Intanto, l’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità, dopo aver convocato a fine ottobre un panel di esperti di vari Paesi proprio per discutere della relazione tra eccesso ponderale e Covid-19, ha proposto di creare una piattaforma comune con cui i Paesi membri possano condividere  informazioni utili a elaborare indicazioni specifiche per il trattamento dell’infezione da Sars-coV-2 nelle persone affette da obesità.

Nicola Miglino

 

 

 

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…