Zinco e vitamina C, l’integrazione sembra non ridurre i sintomi di Covid-19

17 Febbraio 2021

Un’integrazione con zinco e/o vitamina C non aiuta a ridurre i sintomi di Covid-19. Questi i risultati di uno studio randomizzato, in aperto, condotto su un gruppo di 214 pazienti positivi al tampone molecolare e pubblicato di recente su Jama network open.

“Parliamo di integratori comunemente usati per il trattamento di infezioni virali” sottolineano gli Autori. “Lo zinco, per la sua capacità di promuovere l’attività dei granulociti polimorfonucleati contro l’infezione, l’acido ascorbico, per l’azione antiossidante in corso di risposta immunitaria. Vi sono alcune evidenze che suggeriscono che alte dosi di entrambi siano in grado di ridurre la durata dei comuni sintomi del raffreddore e diminuirne la severità. Ancora da chiarire, invece, il ruolo nel facilitare il recupero in pazienti con infezione da Sars-CoV-2”.

Ecco allora che i ricercatori hanno suddiviso i 214 partecipanti (età media: 45 anni) in 4 gruppi di trattamento, della durata di 10 giorni: 8.000 mg/die di acido ascorbico (in 2-3 somministrazioni giornaliere, ai pasti); 50 mg/die di zinco (alla sera); una combinazione di entrambi e, infine, un gruppo di controllo che seguiva le terapie standard, senza integrazione. Endpoint primario: il numero di giorni necessario al dimezzamento dei sintomi. Secondari: giorni richiesti per la scomparsa della sintomatologia, ospedalizzazioni, decessi, richieste aggiuntiva di farmaci, eventi avversi dell’integrazione.

Lo studio è stato interrotto in anticipo data la scarsa evidenza di differenze nei vari gruppi. Chi aveva ricevuto soltanto le cure standard, senza integrazione, ha fatto registrare una riduzione del 50% dei sintomi dopo una media di 6,7 giorni rispetto ai 5,5 del gruppo “acido ascorbico”, 5,9 del gruppo “zinco” e 5,5 della combinazione. Differenze non statisticamente negative, come pure quelle relative agli endpoint secondari.

“I dati su acido ascorbico e zinco per via orale non sono coerenti, con alcuni studi che suggeriscono l’efficacia di alte dosi nel ridurre la durata dei comuni sintomi del raffreddore e diminuirne la gravità e altri in cui non si evidenza alcun beneficio”, concludono gli Autori. “In Cina e Stati Uniti sono in corso studi sul ruolo potenziale dell'acido ascorbico per via endovenosa nel ridurre l'insufficienza respiratoria che richiede ventilazione meccanica in pazienti con Sars-CoV-2. Altri trial, invece, stanno indagando il ruolo di vitamina C, zinco e vitamina D nel prevenire l’infezione. Ancora da dimostrare, però, se acido ascorbico e zinco siano in grado di ridurre la durata o prevenire la progressione di Covid-19. Sulla base dei nostri risultati possiamo affermare che non vi sono evidenze”.

Nicola Miglino

 

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