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La melatonina nella gestione di sovrappeso e obesità

28 Ottobre 2020

Nonostante l'evoluzione degli approcci clinici all'obesità e alle sue intrinseche comorbidità, la sfida terapeutica è sempre aperta e tra i diversi strumenti di intervento sta emergendo l'integrazione di melatonina, a dosaggi compresi tra 1 e 20 mg/die. Il razionale biochimico è solido: la melatonina, un ormone pineale, è una molecola associata, in un modo o nell'altro, a tutti i sistemi fisiologici e gioca un ruolo importante nell'omeostasi glicemica, oltre che nella modulazione dell'attività del tessuto adiposo bianco, del metabolismo lipidico e dell'attività mitocondriale.

Per quanto riguarda altri effetti fisiologici, la melatonina, oltre che esercitare un’intrinseca attività antiossidante, è associata a una maggiore produzione di enzimi e molecole con tali proprietà quali superossido dismutasi, catalasi e glutatione. Il ruolo antinfiammatorio è invece evidenziato attraverso l’effetto inibitorio su NF-kB.

Diversi studi sugli animali hanno evidenziato un ruolo della melatonina sull'espansione del volume del tessuto adiposo bruno (Bat) e sulla capacità metabolica, una relazione studiata anche nell’uomo: nel 2019 un piccolo ma importante studio proof-of-concept ha evidenziato che una somministrazione giornaliera di 3 mg di melatonina per 3 mesi aumentava il volume di Bat nei quattro pazienti studiati che presentavano deficit di melatonina a causa di radioterapia o intervento chirurgico di rimozione della ghiandola pineale. 

È stata proposta l'ipotesi che l'integrazione di melatonina possa eventualmente modulare l'attività delle Bat in individui sovrappeso e obesi, ma non è stata ancora condotta alcuna sperimentazione clinica per indagare questo effetto specifico.

In uno studio clinico randomizzato in doppio cieco, un gruppo di donne eutrofiche in postmenopausa con diagnosi di osteopenia e trattate con melatonina (1 e 3 mg/die) per 12 mesi ha ottenuto miglioramenti della composizione corporea, con una riduzione del 6,9% della massa grassa combinata con un aumento del 5,2% della massa magra. Tuttavia, tale studio non ha riportato né schemi dietetici né livelli di attività fisica.

In un'indagine che associava l'integrazione di melatonina (10 mg/die un’ora prima di andare a dormire) a una dieta ipocalorica (1.000-1.200 kcal/die per le donne e 1.400-1.600 kcal/die per gli uomini) in pazienti adulti con obesità la melatonina è stata in grado di aumentare ulteriormente la perdita di peso rispetto al gruppo che riceveva solo placebo. Inoltre, i livelli di malondialdeide (Mda), un biomarcatore dello stress ossidativo, sono sensibilmente diminuiti nel gruppo melatonina rispetto al placebo.

L'apparente riduzione dello stress ossidativo indotto dalla melatonina osservata in questo studio può suggerire un importante approccio terapeutico per i pazienti obesi, poiché lo stress ossidativo esacerbato indotto dall'obesità è correlato a un maggior rischio di insulino-resistenza e aumento dell'accumulo di grasso addominale.

Nel 2014 uno studio ha riscontrato una significativa riduzione dell'indice di massa corporea nelle donne in postmenopausa normopeso e sovrappeso che combinavano integrazione di melatonina (5mg/die per 24 settimane) a una dieta equilibrata di 1.500 kcal/die. 

Oltre a questo effetto sulla composizione corporea, i partecipanti che hanno ricevuto melatonina hanno mostrato una migliore qualità del sonno.  

In un altro studio su donne in sovrappeso in postmenopausa, l'integrazione di melatonina a un dosaggio di 5 mg/die associata a fluoxetina a 20 mg/die per 24 settimane ha portato a un miglioramento della qualità del sonno, oltre a una riduzione dell'appetito e del Bmi  da 30,9 a 26,3 kg/m².

In una metanalisi pubblicata nel 2017, che copriva sette studi clinici e un totale di 244 partecipanti, la sola integrazione di melatonina si è rivelata inefficace nell'indurre perdita di peso, ma ha mostrato un effetto positivo se combinata con altre strategie

Un’altra metanalisi più recente, pubblicata nel 2019, ha mostrato che la sola supplementazione di melatonina ha migliorato i biomarcatori lipidici selezionati, rivelandosi però inefficace nell'indurre la perdita di peso.

Presi nel complesso tutti i dati raccolti sulla relazione tra melatonina e perdita di peso fanno pensare i ricercatori che sia un efficace coadiuvante nelle terapie per l'obesità. 

Silvia Ambrogio

Bibliografa

  • Melatonin supplementation in the management of obesity and obesity-associated disorders: a review of physiological mechanisms and clinical applications. Pharmacological Research, 17 October 2020.
  • Melatonin in type 2 diabetes mellitus and obesity. Nature Reviews Endocrinology, 15 (2) (2019), pp. 105-125.
  • Melatonin Increases brown adipose tissue volume and activity in patients with melatonin deficiency: a proof-of-concept study. Diabetes, 68 (5) (2019), pp. 947-952
  • Melatonin, energy metabolism, and obesity: a review. Journal of pineal research, 56 (4) (2014), pp. 371-381
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