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Impiego del cromo per un miglior controllo glicemico

25 Novembre 2020

I risultati di una metanalisi pubblicata di recente supportano l'uso della supplementazione di cromo per il miglioramento degli indici di controllo glicemico nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e offrono l’occasione per fare un punto sul ruolo di questo nutriente essenziale.

Il cromo svolge, infatti, un ruolo essenziale nel metabolismo dell'insulina, attiva diverse vie di segnalazione intracellulare, inclusa la traslocazione del trasportatore di glucosio 4 (Glut4), determinando un aumento del trasporto di glucosio stesso e degli aminoacidi.

Inoltre, inibisce l'enzima epatico 3-idrossi-3-metil-glutaril-CoA reduttasi e interferisce con il metabolismo del colesterolo. Proprio per i meccanismi citati il ​​cromo può quindi aumentare la sensibilità all'insulina.

Una revisione sistematica e una metanalisi di sette studi clinici, in cui il criterio di ammissione era l’assunzione di cromo superiore a 250 μg/die per almeno tre mesi nel diabete mellito di tipo 2, hanno indicato che la glicemia a digiuno si è ridotta significativamente dopo l'integrazione. I valori di emoglobina glicata, invece, non sono stati influenzati, così come i marcatori del metabolismo lipidico nel sangue e il Bmi dei pazienti. 

Stessa conclusione per un'altra revisione, eseguita nel 2014 e pubblicata su Journal of clinical pharmacy and therapeutics, che ha dimostrato anch’essa come l'integrazione di cromo sia in grado di migliorare il controllo glicemico nei pazienti con diabete. 

Anche per una successiva metanalisi di tredici studi del 2016 si evidenzia un effetto significativo della supplementazione di cromo nei diabetici sulla glicemia a digiuno con una dimensione media ponderata dell'effetto di -29,26 mg/dL. 

In una metanalisi del 2018 che ha coinvolto questa volta solo donne con sindrome dell’ovaio policistico, o Pcos, patologia caratterizzata anche da insulino resistenza, non è stata invece trovata differenza significativa nell’indice di massa corporea, nell’insulina a digiuno, nella glicemia a digiuno e nell’indice di controllo quantitativo della sensibilità all'insulina tra i pazienti trattati con cromo rispetto ai controlli. 

Per gli autori della recente metanalisi, in un periodo di intervento da 4 a 25 settimane e con dosi da 50 a 1.000 μg/die di cromo, la glicemia a digiuno e livelli di insulina sono diminuiti significativamente, così come i livelli di emoglobina glicata HbA1C e indice Homa-Ir nei pazienti diabetici. 

Inoltre, l'intervento a lungo termine (≥12 settimane) ha contribuito a una maggiore riduzione di tutti gli indici menzionati e tutte le variazioni degli indici non sembrano essere dose-dipendenti ed è stata osservata una riduzione significativa sia a dosi ≤200 μg sia a dosi> 200 μg.

Accanto alle molte prove dell'efficacia sulla sindrome metabolica in pazienti con diabete di tipo 2, mancano oggi evidenze degli effetti sulla composizione corporea negli individui sani. 

Alcuni ricercatori sostengono che l’azione sul metabolismo di glucosio e lipidi rifletta una modalità d'azione farmacologica piuttosto che nutrizionale, mentre altri ancora esprimono preoccupazione per la tossicità e la sicurezza del cromo supplementare, poiché ne esistono diversi tipi di complessi (picolinato, nicotinato, propionato, istidinato, con cloruro e altri ligandi) tutti con peculiari proprietà chimiche e attività biologiche.

Per questi autori è fondamentale approfondire la conoscenza delle trasformazioni metaboliche e delle proprietà chimiche specifiche che i ligandi biologici conferiscono al cromo per comprendere la funzione biologica di questa molecola. 

Silvia Ambrogio

Bibliografia

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