Il mix aumenta la prevalenza di malattie infiammatorie e allergiche negli individui suscettibili: un basso consumo di antiossidanti compromette, infatti, la capacità di difesa polmonare, che a sua volta porta a maggiore vulnerabilità allo stress ossidativo nell'asma e alle malattie infiammatorie delle vie aeree.
In questo contesto può essere utile valutare l’integrazione con vitamina E che, oltre a rappresentare una fonte antiossidante liposolubile, ha effetti benefici sulla funzione di molte proteine ed enzimi, nonché sulla risposta immunitaria tramite l'attivazione della proteina fosfatasi 2A che defosforila e inibisce la proteina chinasi C-α. L'inibizione di questa proteina porta alla riduzione della proliferazione di monociti, macrofagi, neutrofili e cellule muscolari lisce, e contemporaneamente alla produzione di specie di radicali liberi in neutrofili e macrofagi. Inoltre, la vitamina E può influenzare i fattori coinvolti nello sviluppo di malattie allergiche come la produzione di anticorpi IgE, citochine IL-4, IL-5 e la via dei leucotrieni.
In uno studio clinico, la somministrazione di alte dosi di vitamina E (800 mg/die) ha ridotto significativamente i sintomi nasali giornalieri (starnuti, blocco nasale, rinorrea e prurito nasale) e oculari (lacrimazione, prurito, arrossamento ed edema palpebrale) in pazienti con rinite allergica stagionale. Al contrario, in uno studio successivo in doppio cieco, la somministrazione di vitamina E per quattro settimane non ha portato ad alcun miglioramento significativo dei sintomi della rinite allergica tra il gruppo di controllo e quello di pazienti. Questi risultati contraddittori potrebbero essere dovuti alla mancanza di dati relativi all’assunzione di cibo o alla presenza di malattie metaboliche, che influenzano l'assorbimento di questa vitamina nei soggetti studiati.
Uno studio clinico su bambini con asma moderato ha dimostrato che la somministrazione di 50 mg/die di vitamina E per otto settimane contribuisce al miglioramento della respirazione e alla prevenzione della malattia.
Una metanalisi ha dimostrato che l'assunzione materna di vitamina E è associata a una diminuzione dell'asma e del respiro sibilante durante l'infanzia. Inoltre, un'elevata concentrazione plasmatica di α-tocoferolo è stata associata a una riduzione del 48% del rischio di asma. Non solo: è stato riportato in alcuni studi, che restano però controversi, che l'α-tocoferolo e il γ-tocoferolo riducono la gravità dell'asma riducendo l'infiltrazione di neutrofili, eosinofili e l'inibizione della secrezione di citochine infiammatorie Il-4, Il-5 e interferone gamma nelle vie aeree iperreattive.
Il livello sierico di α-tocoferolo è negativamente associato alla prevalenza di dermatite atopica, mentre in chi ha questa forma il consumo di vitamine E e D è associato a un aumento delle attività degli enzimi antiossidanti, della superossido dismutasi eritrocitaria e catalasi.
Nonostante l'importanza della vitamina E come agente antiossidante e regolatore immunitario, i suoi effetti nel trattamento della allergia alimentare nei neonati e negli adulti sono rimasti in gran parte non esaminati.
Silvia Ambrogio
Bibliografia
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