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Probiotici e Omega-3 nella steatosi epatica non alcolica

22 Giugno 2022

Non è noto se sia possibile modificare con la dieta le concentrazioni sieriche di catepsina (CatD), una peptidasi aspartata che svolge un ruolo nel turnover proteico e può essere coinvolta nella fibrogenesi epatica.

L'assunzione di acidi grassi n-3 dall'olio di pesce ha già mostrato benefici sulla Nafld, diminuendo i livelli di enzimi epatici sierici, come Alt e Ggt nonché sui punteggi di grasso epatico e steatosi. Sulla base di una metanalisi del 2018, l'integrazione con Omega-3, in particolare acido eicosapentaenoico e docosaesaenoico, ha portato a miglioramenti statisticamente significativi su diversi fattori di rischio metabolico, nei livelli di 2 di 3 enzimi epatici, sul contenuto di grasso epatico (valutato tramite risonanza magnetica/spettroscopia) e nel punteggio di steatosi (valutato tramite ecografia).

Un gran numero di dati provenienti dalla ricerca sugli animali, poi, ha messo in luce come i probiotici abbiano un effetto benefico sulla steatosi epatica non alcolica. Uno studio randomizzato e controllato, inoltre, ha analizzato una formulazione di 14 batteri probiotici (generi Bifidobacterium, Lactobacillus, Lactococcus, Propionibacterium) confrontata con placebo per 8 settimane. Il probiotico multiceppo ha ridotto il grasso del fegato, l'attività aminotransferasica e i livelli di Tnf-α e Il-6 nei pazienti con Nafld. L'assunzione di probiotici ha conferito benefici su Alt, Ast e Ggt nei pazienti Nafld e diminuzione di Ast, Ggt e indice del fegato grasso in pazienti Nafld con diabete di tipo 2.

È interessante notare che, nei pazienti diabetici di tipo 2 con Nafld, una combinazione di probiotici e acidi grassi n-3 da lino e germe di grano (250 mg di ciascuno) per otto settimane, ha ridotto l'indice di fegato grasso rispetto al placebo. In particolare, in questo lavoro, gli Autori hanno visto diminuire significativamente l’indice di fegato grasso nel gruppo probiotico-Omega 3, mentre non sono stati osservati cambiamenti significativi nel gruppo placebo. I cambiamenti di rigidità epatica in entrambi i gruppi erano non significativi. L'analisi degli esiti secondari ha mostrato che la co-somministrazione di probiotici con Omega-3 porta a una significativa riduzione della gamma-glutamil transpeptidasi sierica, dei trigliceridi e del colesterolo totale e i marcatori infiammatori sistemici cronici dopo l'intervento diminuiscono significativamente solo nel gruppo integrato.

Molte evidenze indicano la CatD come marcatore nelle donne in gravidanza in sovrappeso e obese e in quelle con diabete gestazionale, gruppi con un rischio maggiore di sviluppare infiammazione metabolica e Nafld.  Uno studio recente ha indagato anche in questa direzione: donne incinte in sovrappeso/obese (n= 38) sono state randomizzate in gruppi di olio di pesce placebo, probiotici + placebo, olio di pesce + probiotici o placebo + placebo. L'olio di pesce conteneva 1,9 g di acido docosaesaenoico e 0,22 g di acido eicosapentaenoico. I probiotici erano Lacticaseibacillus rhamnosus HN001e Bifidobacterium animalis ssp. lactis 420, 1.010 unità formanti colonie ciascuna.

Non sono state osservate differenze nella concentrazione di CatD tra i quattro gruppi e l'effetto dell'intervento non è stato modificato dallo stato di diabete delle donne. Le concentrazioni sieriche di CatD sono state influenzate da alcune caratteristiche materne quali, per esempio, grasso corporeo e stato infiammatorio di basso grado, ed è interessante notare che una diminuzione del livello di CatD durante la gravidanza è stata osservata nei gruppi probiotici e nei gruppi di olio di pesce, ma non nei gruppi di combinazione o placebo e può darsi che la spiegazione risieda nell’influenza da parte di probiotici e olio di pesce sui cambiamenti metabolici e infiammatori che si verificano nel corso della gravidanza.  Un'osservazione che merita ulteriori indagini.

Silvia Ambrogio

 Bibliografia

  • Serum CathepsinD in pregnancy: relation with metabolic and inflammatory markers and effects of fish oils and probiotics. Nutrition, metabolism & cardiovascular diseases (2022) 32, 1292e1300.Systematic review and meta-analysis of controlled intervention studies on the effectiveness of long-chain omega-3 fatty acids in patients with nonalcoholic fatty liver disease. Nutrition Reviews, Volume 76, Issue 8, August 2018, Pages 581–602.
  • A Multi-strain probiotic reduces the fatty liver index, cytokines and aminotransferase levels in Nafld patients: evidence from a randomized clinical trial. Journal of gastrointestinal and liver diseases. Vol 27 N° 1: March 2018
  • Systematic review with meta-analysis: the effects of probiotics in nonalcoholic fatty liver disease. Gastroenterology research and practice, vol. 2019, Article Id 1484598, 19 pages, 2019.
  • Beneficial effects of probiotic combination with omega-3 fatty acids in Nafld: a randomized clinical study. Minerva Medica 2018 December;109(6):418-28

 

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