Carne rossa: mezza porzione in più al giorno aumenta il rischio di morte prematura

19 Giugno 2019

Il consumo di carni rosse, in particolare se processate, aumenta il rischio di mortalità. Nello stesso tempo, basta adottare una dieta più salutare e il trend si inverte. Sono le indicazioni che giungono da uno studio osservazionale condotto dalla T.H. Chan School of Public Health di Harvard e appena pubblicato sul British medical journal.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 53.553 donne presenti nel database del The Nurses’ Health Study e di 27.916 uomini di quello dell’Health Professionals Follow-up Study, tutti senza patologie cardiovascolari o tumorali all’inizio del periodo preso in considerazione. Nella fattispecie, hanno valutato come i cambiamenti nel consumo di carne rossa dal 1986-1994 si correlavano con i tassi di mortalità nel periodo 1994-2002 e, viceversa, come variazioni dietetiche tra il 1994 e il 2002 fossero predittivi di mortalità negli anni 2002-2010.

Bastava, in otto anni, una mezza porzione in più al giorno di carne rossa lavorata per aumentare il rischio di mortalità per qualsiasi causa del 13% negli otto anni successivi. Con la carne non trasformata il rischio scendeva al 9%. Il maggior pericolo è risultato indipendente da età, livello di attività fisica, qualità della dieta, stato di fumatore o consumo di alcol.

I risultati dello studio hanno anche dimostrato che una diminuzione del consumo di carne rossa unita a un aumento di noci, pesce, carni bianche, latticini, uova, cereali integrali o verdure per otto anni era associata a un minor rischio di morte negli otto anni successivi.

I ricercatori suggeriscono che l'associazione tra consumo di carne rossa e aumento della mortalità può essere dovuta a una combinazione di fattori che favoriscono la comparsa di disturbi cardiometabolici, quali la presenza di grassi saturi, colesterolo, ferro, conservanti e composti cancerogeni prodotti dalla cottura ad alte temperature. Recentemente, inoltre, il consumo di carne rossa è stato collegato alla produzione da parte del microbiota intestinale di trimetilammina-N-ossido (Tmao), in grado di favorire l'aterosclerosi.

"Questo studio a lungo termine fornisce ulteriori prove del fatto che ridurre l'assunzione di carne rossa a favore di un maggior consumo di altre fonti proteiche, piuttosto che di cereali integrali e verdure può ridurre il rischio di morte prematura. Per ottenere effetti benefici sia sulla salute umana sia in termini di sostenibilità ambientale, è importante adottare una dieta mediterranea o comunque che privilegi il ricorso ad alimenti vegetali", sottolinea Frank Hu, docente di nutrizione ed epidemiologia alla T.H. Chan School of Public Health di Harvard e principale autore dello studio.

 

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