Leptina, l’ormone dell’obesità svela il segreto della sua azione

26 Giugno 2019

Proprio quando si pensava di conoscere tutto sui meccanismi d’azione con cui la leptina regola il senso di fame, ecco che ricercatori di Yale e Harvard aggiungono ulteriori e inaspettati tasselli.

Laddove, infatti, si riteneva coinvolto solo il sistema centrale, il nuovo attore che entra in scena è l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con l’intervento del corticosterone, ormone che regola energia, risposta allo stress e assunzione di cibo. La leptina è un ormone secreto dagli adipociti che invia informazioni al cervello quando le riserve energetiche a livello epatico e del tessuto adiposo cominciano a scarseggiare. Finora si riteneva che il circuito di regolazione tra bassi livelli di leptina nel plasma e aumento dell’appetito si esaurisse all’interno del sistema nervoso centrale.

Dallo studio, condotto su roditori e pubblicato su Pnas, è emerso invece che in caso di digiuno prolungato o di ipoglicemia conseguente a diabete di tipo 1 scarsamente controllato, l’ipoleptinemia inneschi una risposta a livello centrale che attiva l’asse ipofisi-surrene, fa produrre corticosterone il quale va poi ad attivare i neuroni AgRP, localizzati nel nucleo arcuato dell’ipotalamo, che stimolano il senso di fame.

In sostanza, bassi livelli di leptina fanno entrare in gioco anche il sistema endocrino con produzione di corticosterone il quale, attraverso i neuroni AgRP, stimola l’appetito.

 “Il nostro studio fa luce sui meccanismi base dell’azione della leptina e sul ruolo di mediazione di questi effetti esercitato dal sistema endocrino per il controllo dell’appetito in due tipiche forme di ipoleptinemia, ovvero il digiuno e il diabete di tipo 1 scarsamente controllato” sottolinea Gerald Shulman, docente alla Yale School of Medicine e tra i principali autori della ricerca. “Va dunque delineandosi un nuovo potenziale bersaglio terapeutico per il controllo dell’obesità, ovvero i neuroni AgRP”.

Anna Fasoli

 

 

 

 

 

 

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