Ferro, protettivo per il cuore ma con rischi per la pelle

24 Luglio 2019

Elevati livelli di ferro possono portare benefici al sistema cardiovascolare ma anche rappresentare un rischio per infezioni batteriche della pelle. A queste conclusioni è giunto un gruppo di ricercatori internazionali guidati dall’Imperial college di Londra che ha indagato il ruolo svolto dal ferro in oltre 900 malattie. I risultati dello studio sono stati da poco pubblicati su Plos medicine

La tecnica di indagine è stata di tipo genetico (randomizzazione mendeliana) per cui su oltre 500 mila persone sono state valutate le varianti geniche correlate ad alti livelli naturali di ferro correlandoli con la presenza di malattia piuttosto che di fattori di rischio quali dislipidemie o aterosclerosi.

Dipender Gill, dell’Imperial's School of Public Health nonché autore principale dello studio: "Il ferro è un minerale cruciale per il nostro organismo ed è essenziale per trasportare ossigeno in tutto il corpo. Tuttavia, sappiamo che gli effetti sono frutto di un sottile equilibrio delle sue concentrazioni: se troppo basse, si può avere anemia, se troppo alte, danni al fegato. Per quanto riguarda il nostro studio, è bene precisare che abbiamo preso in considerazione solo i livelli naturali di ferro, quelli cioè determinati dalla variabilità genetica individuale. Nulla pertanto che abbia a che fare con la supplementazione esterna ed è bene che se ne tenga conto nel parlare con il proprio medico prima di iniziare o interrompere un’integrazione”.

Dall’analisi è emerso un effetto protettivo di livelli di ferro più elevati sul rischio di anemia, in particolare per le forme aplastica, da carenza di ferro o altre carenze e postemorragica acuta. Effetti positivi anche sul rischio di ipercolesterolemia e colesterolosi della colecisti. Di contro, alti livelli di ferro si correlano con un maggior rischio di infezioni della pelle e dei tessuti molli, inclusi mani, braccia, dita dei piedi, piedi e gambe.

“I risultati sul fronte infettivo non ci sorprendono” dicono gli autori. “È nota infatti la correlazione tra metabolismo del ferro e virulenza di batteri tra i più comunemente coinvolti nelle infezioni della pelle, come S. aureus e S. pyogenes. In presenza di emocromatosi, per esempio, c’è una maggiore esposizione alle infezioni batteriche. La cellulite, ovvero l’infiammazione sottocutanea di origine batterica, è un’importante causa di disabilità e identificare fattori in grado di gestirne il controllo può aiutare a ridurre l’uso di antibiotici e controllare i fenomeni di resistenza connessi”.

Di notevole rilevanza clinica anche l’effetto di alti livelli di ferro sull’abbassamento della colesterolemia e sul rischio di colesterolosi della colecisti, una condizione dovuta a un incremento di produzione e accumulo di esteri del colesterolo. Il meccanismo sembra legato all’inibizione della sintesi di colesterolo indotta dal ferro.

“Il nostro studio ripropone il tema de controllo dei livelli di ferro nell’organismo, sia per ciò che riguarda stati di carenza, sia per livelli troppo elevati” proseguono gli autori. “L’efficacia della supplementazione è limitata dal basso assorbimento gastrointestinale e dagli effetti collaterali come dolore addominale, nausea e costipazione che colpiscono circa un terzo dei pazienti, riducendo la compliance. Alimenti arricchiti di ferro si sono dimostrati efficaci nel trattamento dell'anemia sideropenica mentre in casi di anemia refrattaria alla supplementazione orale o anemia grave si può ricorrere a infusioni di ferro per via endovenosa. Di contro, il sovraccarico di ferro è principalmente trattato con flebotomia”.

Purtroppo, gli studi clinici e le linee guida sulla gestione della sideremia sono spesso correlati al trattamento dell'anemia, come in corso di mestruazioni, gravidanza o malattia renale cronica.

“Esistono prove più deboli e più limitate sulla titolazione dello stato del ferro come trattamento per altri esiti clinici, tra cui ictus acuto, malaria e sindrome delle gambe senza riposo” concludono gli autori. Nessuno finora ha valutato clinicamente il ruolo del ferro in prevenzione o cura delle infezioni dermatologiche o nell’ ottimizzazione del metabolismo lipidico. Dati i risultati del nostro studio, ulteriori ricerche dovrebbero concentrarsi proprio su questi fronti”.

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