Asma: vitamina D in gravidanza utile per prevenire forme transitorie di wheezing nel neonato

31 Marzo 2020

La somministrazione di Vitamina D in gravidanza non previene la comparsa di asma nel bambino in età scolare ma si rivela utile nel prevenire le cosiddette forme transitorie di respiro sibilante, tendenzialmente di origine virale. Queste le conclusioni di uno studio da poco pubblicato sul New England journal of Medicine che rappresenta un follow-up di un’analisi precedente: ci si era fermati a una valutazione sino ai tre anni di età dei bambini. Ora il trial ha proseguito il monitoraggio sino ai sei anni.

Nella maggior parte dei casi di asma, i primi sintomi si verificano in età prescolare e negli stessi casi di comparsa in età adulta spesso si scopre che segnali si erano manifestati nella prima infanzia. Per questo, molta attenzione sul fronte dell’approccio terapeutico è rivolta al periodo pre-natale o immediatamente successivo alla nascita.

Tra gli ostacoli principali nella gestione clinica vi è il fatto che i sintomi non sono sempre così specifici. Per esempio, lo stesso respiro sibilante o wheezing può essere segnale di asma persistente oppure transitorio, quest’ultimo legato a infezioni virali.

Lo studio Vdaart (Vitamin D antenatal asthma reduction trial) pubblicato sul New England, randomizzato, in doppio cieco, controllato vs placebo, ha valutato gli effetti di una supplementazione giornaliera di 4.400 Ui di vitamina D a partire la 10.ma e la 18.ma settimana di gravidanza. Le partecipanti, o i consorti, dovevano soffrire di asma, rinite allergica o eczema, fattori di rischio per la comparsa della malattia nel bambino.

L’obiettivo era verificare se tale approccio garantisse benefici in termine di comparsa di asma sino all’età dei sei anni, considerato che nello studio precedente, che si fermava ai tre anni, le indicazioni sembravano favorevoli. I risultati, però, non hanno evidenziato alcuna correlazione tra supplementazione e comparsa di asma o wheezing in età scolare.

Di contro, l’analisi sino ai tre anni ha evidenziato un beneficio, in particolare nel primo anno di vita, sulla comparsa di respiro sibilante, dato confermato anche in un altro studio danese.

Tale indicazione suggerirebbe un ruolo della vitamina D nel prevenire le forme transitorie dovute a infezioni e non quelle su base allergica. Una spiegazione, secondo gli autori, legata agli effetti sul sistema immunitario.

Quali conclusioni dunque? Secondo un editoriale di commento pubblicato sullo stesso New England “Sebbene l'integrazione con vitamina D in gravidanza non si sia rivelata efficace nel prevenire l'asma in età scolare, può ancora svolgere un ruolo nel prevenire le forme meno persistenti di respiro sibilante nei neonati con una storia familiare di asma e allergie. Se studi futuri confermeranno tale dato, si potrà prendere in considerazione l'integrazione di routine con dosi più elevate di quelle attualmente raccomandate”.

Nicola Miglino

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