“Le ricadute psicologiche della vita in quarantena sono oggetto di una review pubblicata a fine marzo su Lancet dal King’s College di Londra che analizza i sintomi e le manifestazioni cliniche, rappresentati da ansia, difficoltà di rilassamento, diminuzione del tono umore, maggiore irascibilità e aumentato stress” dice Pellizzato.
“In ambito nutraceutico, due sostanze hanno prodotto ottime evidenze cliniche di efficacia sul fronte della gestione dell’ansia e sul tono dell’umore. Si tratta, nello specifico, di teanina e zafferano. La teanina è un aminoacido sintetizzato a livello delle radici della Camelia sinensis e, successivamente, immagazzinato, a livello delle foglie. Numerosi studi clinici ne dimostrano l’efficacia nella riduzione dell’ansia e nel favorire il rilassamento già a dosaggi tra 100 e 200 mg/die per somministrazione orale. Il meccanismo d’azione coinvolge da una parte l’inibizione del reuptake di alcuni neurotrasmettitori come serotonina e dopamina e, dall’altra, l’induzione della produzione di onde cerebrali di tipo alfa, legate al rilassamento.
Lo zafferano, e in particolare la crocetina, uno dei principali componenti insieme al safranale, ha un meccanismo d’azione simile a quello della teanina agendo, però, anche sul tono dell’umore.
Anche qui si determina un’inibizione del reuptake di serotonina e dopamina ma, in aggiunta, si ottiene anche un’inibizione delle monoaminossidasi di tipo A e B, enzimi che metabolizzano questi neurotrasmettitori. Due meccanismi sinergici, dunque, volti a determinare una maggiore disponibilità di serotonina e dopamina.
L’azione sul sistema nervoso centrale contempla la capacità, per qualsiasi molecola, di superare la barriera ematoencefalica. Sia teanina che crocetina lo fanno. La prima, sfruttando il sistema di trasporto della leucina: la somministrazione orale o sublinguale sono ugualmente efficaci, per cui non è necessario avere particolari attenzioni formulative. Al contrario, la crocetina è una sorta di profarmaco, in quanto deve essere attivata e, perché ciò avvenga, deve essere idrolizzata a trans-crocetina: solo questa può essere assorbita con un meccanismo di trasporto passivo a livello intestinale ed è in grado di superare la barriera ematoencefalica. Attenzione, dunque, in questo caso, alla formulazione corretta dello zafferano: si consiglia la forma orale e non sublinguale, meno efficace considerate le caratteristiche farmacologiche della crocetina”.
Nicola Miglino