La sarcopenia espone a maggior rischio di diabete

04 Giugno 2020

I cambiamenti della muscolatura scheletrica tipici del processo di invecchiamento contribuiscono allo sviluppo di insulino-resistenza tipica del Dmt2. Il muscolo scheletrico rappresenta infatti il più importante distretto corporeo insulino-sensibile, intervenendo per circa l’80% all’uptake del glucosio. In primo luogo, è probabile che, nell’anziano sarcopenico, la riduzione della massa muscolare scheletrica, determini una ridotta capacità di smaltimento del glucosio.

Tuttavia, anche il declino nella qualità muscolare può incrementare il rischio di insulino-resistenza: il muscolo nel soggetto anziano presenta una ridotta capacità ossidativa, con conseguente aumento della produzione di radicali liberi, che contribuiscono alla disfunzione mitocondriale e alla comparsa di processi pro-infiammatori che favoriscono l’insulino-resistenza.

Nuova ricerca

Un recente studio pubblicato sul Journal of the Endocrine Society segnala che gli uomini con eccessiva riduzione della massa muscolare legata all’invecchiamento hanno maggiori probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.

Il team di ricerca ha analizzato i dati di 871 uomini e 984 donne, con età media di 59 anni non diabetici all’inizio dell’indagine. I soggetti sono stati sottoposti a misurazioni tramite assorbimetria a raggi X per valutare massa grassa e massa magra.

Durante il follow-up di circa 7 anni, i ricercatori hanno osservato 134 nuovi casi di diabete. È emerso che uomini e donne con una percentuale più elevata di massa corporea magra, o massa muscolare, avevano livelli di glicemia inferiori sia a digiuno che al test orale di tolleranza al glucosio a 2 ore.

Gli uomini che avevano invece meno massa muscolare magra – sarcopenia - mostravano un aumento significativo dei valori associati a un maggior rischio di Dmt2. Questo aumentato rischio, però, non si verificava nelle donne. “Quello dei muscoli - ha chiarito l’autrice Rita Kalyani - è il tessuto che assorbe maggiormente gli zuccheri presenti nel sangue e svolge, per questo, un ruolo essenziale nella regolazione della glicemia. Un ruolo ancora in gran parte da indagare. La ricerca suggerisce che la perdita muscolare legata all’invecchiamento possa rappresentare un obiettivo, ancora non riconosciuto, di interventi mirati a prevenire lo sviluppo del diabete negli anziani”.

Patrizia Lattuada

 

 

 

 

 

 

 

 

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