-->

Efficacia e sicurezza dei dimagranti a base di erbe

03 Settembre 2020

Nel mondo, le erbe più comunemente utilizzate per perdere peso sono la Garcinia cambogia, la Camellia sinensis, la Hoodia gordonii, il Citrus aurantium e il Coleus forskohlii.

Il principio attivo della G. cambogia, l'acido idrossicitrico (Hca) inibisce l'attività dell'enzima citrato liasi dipendente dall'adenosina trifosfato, provocando la scomposizione del citrato in ossalacetato e acetil-coenzima A, limitando così la sintesi del colesterolo e degli acidi grassi in vari tessuti. Questo induce un senso di sazietà o riduce l'appetito. Una metanalisi di nove studi clinici ha suggerito che effettivamente può essere più efficace di un placebo nella riduzione del peso. Poiché gli studi sull'uomo sono di breve periodo, con campioni di piccole dimensioni, non è ancora chiaro quanto sarebbe efficace a lungo termine e quali gli effetti collaterali: in quattro studi clinici si sono infatti verificate reazioni avverse con danno epatico acuto, insufficienza epatica ed epatotossicità, cardiomiopatia e miocardite, nonché psicosi.

Nell’uomo, gli studi non sono riusciti a dimostrare un effetto di C. sinensis sulla soppressione dell'appetito e sul metabolismo, sebbene sia stato dimostrato che aumenta il dispendio energetico, il che può aiutare nella perdita di peso. Tuttavia, una recente revisione di 15 studi sulla perdita di peso e tre sul mantenimento del peso che coinvolgono il consumo di tè verde hanno sottolineato come sia improbabile un’azione clinicamente efficace, concludendo che il consumo di tè verde non aiuta a mantenere la perdita di peso. Con l'aumento del consumo di tè verde e di integratori correlati, sono apparsi problemi di sicurezza, che coinvolgono specificamente l'epatotossicità.

  1. gordonii appartiene alla famiglia della euforbia ed è stato tradizionalmente usato come soppressore dell'appetito durante le spedizioni di caccia dai sudamericani indigeni. Esistono tuttavia informazioni limitate sul suo meccanismo d'azione. Il composto attivo, il glicoside steroideo p57, è associato all'alterazione delle vie neuropeptidiche del sistema nervoso centrale e all'inibizione dell'appetito, influenzando i neuroni ipotalamici e l'ipotalamo. Nonostante la sua popolarità come prodotto dimagrante, però, esistono studi scientifici limitati sulla rilevanza clinica, sulla bioattività o sul comportamento biofarmaceutico in vivo.

A causa del divieto di inserire efedrina nei prodotti dimagranti, il C. aurantium è stato pubblicizzato come sostituto dell'efedra senza gli effetti negativi associati. Il suo alcaloide più importante è la p-sinefrina, un agonista α-adrenergico con alcune proprietà agoniste β-adrenergiche, e si ritiene che sia il componente principale che stimola la perdita di peso, aumentando il dispendio energetico e riducendo l'assunzione di cibo attraverso la riduzione della motilità gastrica. Negli esseri umani, ci sono casi di studio che mostrano i risultati positivi di C. aurantium per la perdita di peso, che vanno da 0,169 a 0,516 kg persi a settimana, rispetto al placebo, ma questi studi esaminavano una gamma di alcaloidi della sinefrina e includevano miscele di composti. Recensioni recenti condotte solo su C. aurantium concludono che ci sono prove oggettive minime che il consumo riduca l'appetito o causi la perdita di peso. Non mancano invece prove di reazioni avverse, con diarrea, malattie cardiovascolari, ipertensione, nausea o vomito, emicrania, insonnia, problemi respiratori superiori, danni alla pelle, ansia e crampi.

Dopo aver scoperto che la somministrazione di C. forskohlii, una pianta di Coleus che cresce nelle regioni aride e semi-aride dell'India e della Thailandia, riduce significativamente l'accumulo di grasso e l'assunzione di cibo nei ratti, sono stati condotti molti studi a riguardo. Si è scoperto così che la forskolina, un labdane diterpene isolato dalle radici, agisce direttamente sull'adenilato ciclasi per produrre il secondo messaggero, cAMP, che poi stimola la scomposizione del grasso nelle cellule adipose. Questa stimolazione della disgregazione dei grassi potrebbe portare alla perdita di peso, ma uno studio sull'uomo ha dimostrato che sebbene C. forskohlii possa influenzare l'appetito, non ha comportato perdita di peso. Allo stesso modo, uno studio che ha valutato gli effetti della supplementazione di C. forskohlii sui profili ematologici e sulla composizione corporea nelle donne in sovrappeso, non ha riscontrato cambiamenti significativi. Assunzioni simili di C. forskohlii sono state utilizzate in diversi studi nell’uomo, con effetti alterni che mettono il dubbio che la differenza nei cambiamenti della composizione corporea sia dovuta a risposte basate sul sesso. Non sembrano comunque esserci segnalazioni di casi di reazioni avverse a seguito dell'uso di C. forskohlii.

In generale, per queste sostanze spesso non è noto il potenziale di interazione con altri preparati a base di erbe o farmaci da prescrizione. Inoltre, le interazioni erba-erba e erba-farmaco spesso non vengono considerate. Ultimo nodo da sciogliere è sicuramente il fatto che la regolamentazione di questi prodotti è molto meno rigorosa rispetto a quella dei farmaci da prescrizione, nonostante i casi documentati di epatotossicità associata.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Evidence for the efficacy and safety of herbal weight loss preparations. Journal of Integrative Medicine. Volume 17, Issue 2, March 2019, Pages 87-92
  • Assessment of the adverse event reports associated with Citrus aurantium (bitter orange) from april 2004 to october 2009. Journal of functional foods. Volume 2, Issue 4, October 2010, Pages 235-238
  • A comprehensive scientific overview of Garcinia cambogia. Fitoterapia. Volume 102, April 2015, Pages 134-148
  • An evidence-based review: anti-obesity effects of coleus forskohlii. Personalized medicine universe Volume 5, July 2016, Pages 16-20.

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…