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La vitamina k come marker di salute scheletrica

29 Aprile 2020

Già uno studio del 1996 aveva dimostrato che il livello sierico di fillochinone, la forma dietetica più abbondante della vitamina K, piuttosto che la carbossilazione dell’osteocalcina, era significativamente più basso nei pazienti anziani con frattura del collo del femore e nell’osteoartrite rispetto al controllo sano, suggerendo che la vitamina K fosse un potenziale marker di salute scheletrica.

Negli ultimi anni dati emergenti stanno rivelando che la vitamina K può essere importante nella prevenzione e nel trattamento dell'osteoartrite proprio in virtù dell’attività di carbossilazione proteica.

Uno studio longitudinale che ha confrontato i pazienti con carenza subclinica di vitamina K con quelli con adeguata assunzione, ha mostrato un aumentato rischio di sviluppare l'artrosi del ginocchio e lesioni della cartilagine.

Anche la relazione tra lo stato della vitamina K, con misurazione diretta o attraverso la carbossilazione proteica della matrice, e il verificarsi o la progressione dell'osteoartrite è stata affrontata in diversi studi. Nel Framingham offspring study (n=672; età media 66 anni), è stata trovata una relazione negativa tra l'insorgenza di questa patologia della mano, presenza di osteofiti e restringimento dello spazio articolare e i dosaggi di fillochinone circolante. Il livello di 1 nmol/L di fillochinone circolante è stato identificato come soglia, per cui un ulteriore incremento del fillochinone circolante non sarebbe utile a scopo preventivo, ma questi valori non sembrano validi quando si valuta l’osteoartrite del ginocchio.

Per quanto riguarda l'assunzione con la dieta, lo studio giapponese Road (n=719; età media 72 anni) ha mostrato che la vitamina K, valutata attraverso un breve questionario di assunzione, era l'unico nutriente associato a un grado di artrite inferiore (Grado KL<2), rimasto significativo dopo un'analisi secondaria basata sul sesso. 

Nel successivo studio Road, è stato utilizzato un sistema diagnostico computerizzato e l’analisi secondaria basata sul sesso ha mostrato che vitamina K, B1, B2, B6 e C erano associate alla larghezza minima dello spazio articolare, mentre vitamina E, B1, B2, niacina e B6 erano associate all'area degli osteofiti; la relazione tra vitamina K e i parametri dell’artrite del ginocchio non era significativa negli uomini.

Nel Multicenter osteoarthritis study (Most), che ha coinvolto 1.180 soggetti (età media 62 ± 8 anni), la carenza subclinica di vitamina K al basale era associata all’incidenza di artrite del ginocchio e a lesione della cartilagine, ma non alla presenza di osteofiti.

Nello Health Abc Study (n=1323; età media 74,2±2,8 anni), il livello plasmatico di vitamina K al di sotto del valore basale prevedeva lo stato della cartilagine articolare e il danno del menisco tra gli anziani residenti in comunità dopo tre anni. L'analisi successiva dello studio, inoltre, ha mostrato che i soggetti con livello di fillochinone nel plasma <0,5 nmol/L avevano maggiori probabilità di sviluppare limitazioni nella mobilità e disabilità, rispetto alle persone con almeno 1,0 nmol/L. 

Nel 2008 è stato fatto uno studio clinico per valutare gli effetti della vitamina K su questi pazienti, trattandoli con 500 μg di fillochinone per 3 anni. L'analisi dei sottogruppi ha riportato che i pazienti con insufficienza di vitamina K (≤ 1nM) al basale, che hanno raggiunto la sufficienza dopo il trattamento, hanno mostrato una riduzione del 47% nel verificarsi di restringimento dello spazio articolare, ma non hanno ridotto l’impatto radiografico e gli osteofiti. 

Gli autori all’epoca avevano postulato che un ruolo fosse giocato dalla vitamina D. Nel 2019 un gruppo di ricercatori nell’analizzare i dati prospettici di Health Abc ha scoperto che un adeguato livello di fillochinone circolante (≥ 1 nmol/L) e 25-idrossivitamina D (≥ 50 nmol/L) facevano prevedere migliori punteggi per quanto riguarda la prestazione fisica e la velocità dell'andatura.

Oltre al ruolo svolto dalla vitamina K, è noto infatti quello che riveste la vitamina D in questo gruppo di patologie ed è per questo che ha avuto un valido razionale valutare l'associazione tra la vitamina K, la copertura dei corretti fabbisogni di vitamina D, e la funzione del ginocchio in due indipendenti coorti con osteoartrite. I risultati raccolti hanno messo in luce che uno stato sufficiente di vitamina K combinato con uno stato sufficiente di vitamina D era associato appunto a una migliore funzione degli arti inferiori, aprendo le porte a studi di co-integrazione con vitamina K e D.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • The Relationship between Vitamin K and Osteoarthritis: a review of current evidence
  • Nutrients2020, 12 (5)
  • Vitamin K1 supplementation did not alter inflammatory markers and clinical status in patients with rheumatoid arthrits. Int J Vitam Nutr Res. 2018 Dec;88(5-6):251-257.
  • Association of vitamin K status combined with vitamin D status and lower-extremity function: a prospective analysis of two knee osteoarthritis cohorts. Arthritis care res (Hoboken). 2018 Aug;70(8):1150-1159.
  • Vitamin K homologs as potential biomarkers for disease activity in patients with rheumatoid arthritis. J Bone Miner Metab. 2017 Sep;35(5):529-535.
  • Vitamins K1 and K2: The Emerging Group of Vitamins Required for Human Health. J Nutr Metab. 2017;2017:6254836.
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