La salute delle ossa dipende anche dalla vitamina C. A confermarlo, una review appena pubblicata su Nutrients e condotta da un gruppo di ricerca di Pavia. Prima firma, Mariangela Rondanelli, endocrinologa e docente di Scienze e tecniche dietetiche all’Università di Pavia.

Un’integrazione con zinco e/o vitamina C non aiuta a ridurre i sintomi di Covid-19. Questi i risultati di uno studio randomizzato, in aperto, condotto su un gruppo di 214 pazienti positivi al tampone molecolare e pubblicato di recente su Jama network open.

Il primo a postulare una relazione tra la vitamina C, o acido ascorbico, e il raffreddore comune è stato nel 1970 il famoso scienziato Linus Pauling, tanto da credere fermamente che l'integrazione di vitamina C potesse proteggere l'umanità dal raffreddore e dall'influenza.

Un recente lavoro condotto da Harri Hemila dell’Università di Helsinki e da Elizabeth Chalker dell’Università di Sidney ha dimostrato “un’evidenza statisticamente molto significativa” del ruolo svolto dalla vitamina C nel ridurre il tempo trascorso dai pazienti nel reparto di terapia intensiva.

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