Melannurca, Novellino (Dip. di Farmacia Univ. di Napoli): “Un concentrato benefico di polifenoli”

08 Aprile 2019

Anno 2013. Il British Medical  Journal pubblica una ricerca osservazionale su due coorti di 10 mila soggetti l’una. Tutti con elevati livelli di colesterolo plasmatico e medesimi indicatori di mortalità per patologia cardiovascolare,  ma con il 50% in trattamento con statine e l’altro 50% abituali consumatori di mele. Vuoi dunque che le mele abbiano un ruolo nel regolare il nostro profilo lipidico? Ed eventualmente con quale meccanismo e attraverso quali nutrienti?

Da questa curiosità sono partite le ricerche di un gruppo di scienziati campani guidati da Ettore Novellino, Direttore del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. La specie individuata è stata la Melannurca, la “rossa”, una varietà diffusa solo in Campania.

Prof. Novellino, perché la Annurca?

E’ molto ricca in polifenoli in virtù di un processo piuttosto singolare. Avendo, infatti, un picciolo molto piccolo e debole, non può maturare sull’albero, in quanto cadrebbe molto prima e marcirebbe. Allora, vengono raccolti i frutti ancora verdi che, per circa 30 giorni, vengono stesi per terra su graticci di paglia. Ciò li espone ad attacchi di funghi e parassiti e, per difendersi, producono grandi quantità di procianidine, antiossidanti naturali appartenenti alla classe dei flavonoidi, che ne impediscono la marcitura e difendono i frutti  dagli attacchi di agenti esterni.

Che tipo di studi avete condotto?

In una prima fase abbiamo voluto verificare l’effetto dell’estratto dei  polifenoli totali della Melannurca su cellule epatiche in vivo, paragonandolo con quelle delle comuni mele presenti sul mercato. Gli estratti di Annurca avevano l’effetto maggiore, con significativa riduzione del colesterolo totale e del c-LDL e aumento di biosintesi di proteine ApoA1 con conseguente incremento delle HDL.

Qual è stato il passo successivo?

Abbiamo reclutato  250 soggetti tra i 18 e gli 83 anni, con valori di colesterolo plasmatico compresi tra 200 e 250 mg/dl, chiedendo loro di aggiungere, al normale regime alimentare che seguivano, un mela al giorno tra le 5 sotto osservazione: Red delicious, Golden delicious, Fuji, Pink Lady, Annurca. Solo quest’ultima si è dimostrata in grado di ridurre dell’8% il colesterolo totale e del 12% il c-LDL,  nonché di aumentare del 15% il c-HDL. Ottimi risultati per l’uso di un frutto, ma bisogna tener conto che le statine ottengono risultati 3 volte superiori. Per replicare questi effetti si dovrebbero mangiare più o meno sei mele Annurche al giorno.

Da qui dunque, l’idea di estrarre il fitocomplesso?

Esattamente. Stabilito che le sostanze bioattive utili per migliorare la colesterolemia erano le procianidine e, in particolare, il dimero B2 che nella Annurca rappresenta il 26% del totale delle procianidine presenti, abbiamo messo a punto un procedimento di estrazione del principio attivo per poi incapsularlo, garantendone così la protezione dalla degradazione gastrica e massimizzandone l’assorbimento intestinale.

Avete sottoposto a trial clinico anche l’estratto?

Sì, certamente. Abbiamo condotto una ricerca su 250 persone di età compresa tra i 38 e gli 83 anni, di cui 116 uomini e 134 donne, tutti moderatamente ipercolesterolemici, con  valori di colesterolo totale compreso tra 214 e 254 mg/dL. Dopo 60 giorni di assunzione di due capsule/die, pari a 400 mg ed equivalenti a  6-8 mele, il c-LDL si è ridotto in media del 37%, quello totale del 25% e le HDL sono aumentate del 45%.

Come agiscono le procianidine sul metabolismo del colesterolo?

In più modi. Le procianidine in forma di esamero contribuiscono a formare delle strutture micellari in grado di inglobare, a livello intestinale, il colesterolo derivante dall’alimentazione, impedendone l’assorbimento e favorendone la precipitazione e l’eliminazione attraverso le feci. Le procianidine B2, una volta arrivate nel fegato, inibiscono la sintesi del colesterolo, agendo sull’enzima squalene monossigenasi, tappa fondamentale nella biosintesi del colesterolo endogeno. Le stesse, inoltre, inducono anche una maggiore espressione delle ApoA1, proteina precursore della formazione delle HDL.

Come vi siete accorti, poi, degli effetti su trofismo e crescita dei capelli ?

Ce lo segnalavano i pazienti durante il trial progettato per gli effetti sulla colesterolemia.  Notavano un miglioramento della salute dei capelli, così abbiamo verificato in vitro, su cellule cheratiniche umane, che l’estratto procianidinico aumentava l’espressione della cheratina e prolungava la fase anagen di crescita del capello,  caratteristiche potenzialmente utili per il trattamento dell’alopecia.

Avete proseguito con test clinici?

Sì. Incoraggiati da tali risultati, abbiamo progettato uno studio clinico monocentrico, randomizzato, contro placebo, condotto su 250 volontari sani con alopecia moderata, della durata di 16 settimane: 1 settimana di placebo, 8 settimane di intervento, 1 settimana di follow-up. I soggetti sono stati equamente suddivisi in due sottogruppi: al primo è stato chiesto di assumere 2 capsule gastroresistenti/die contenenti ciascuna 400 mg di placebo; al secondo è stato chiesto di assumere 2 capsule gastroresistenti/die contenenti ciascuna 400 mg di estratto procianidinico di Annurca, 0.20 mg di biotina, 80 mcg di seleniometionina e 21 mg di zinco acetato.

Quali risultati avete ottenuto?

L’estratto di Annurca si è dimostrato in grado, dopo 60 giorni, di favorire un aumento di circa il doppio del numero dei capelli per cm2 di cute e di incrementare di circa un terzo sia il peso dei capelli che il loro contenuto di cheratina. È interessante notare che la co-presenza di zinco, biotina e selenio, coadiuva in modo solo poco significativo l’effetto dell’estratto stesso, suggerendo così come i risultati clinici ottenuti siano quasi interamente da ascrivere all’estratto procianidinico di Annurca.

Nicola Miglino

 

Bibliografia

British Medical Journal. Volume 347, Issue 7267, 2013, Pages 1-6.

Journal of the Science of Food and Agriculture. Volume 97, Issue 7, 2017, Pages 2107–2115.

Journal of Medicinal Food. Volume 20, Issue 3, 2017, Pages 288-300.

Journal of Medicinal Food.  Volume 1, Issue 21, 2018, Pages 90–103.

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