Si aggiungono evidenze al ruolo giocato dall’associazione di L-arginina e Vitamina C liposomiale nell’infezione da Sars-coV-2. In particolare, un piccolo studio clinico monocentrico su 10 pazienti, condotto all’Ospedale Triolo Zancla di Palermo, segnala benefici nel long-Covid.

Riduzione precoce del supporto respiratorio, decorso più favorevole della malattia e riduzione della durata dell'ospedalizzazione nei pazienti ricoverati in unità sub-intensiva affetti da Covid-19. Sono questi i principali risultati ottenuti da una ricerca tutta italiana, condotta in collaborazione tra l’Università Federico II di Napoli e l’Albert Einstein Univeristy di New York.

Un deficit nutrizionale prima o durante il ricovero in pazienti Covid-19 non critici va considerato fattore prognostico per aggravamento della malattia. Da qui, la necessità di mettere al centro dell’approccio terapeutico la cura anche del profilo dietetico per evitare un peggioramento del quadro clinico. Una lezione utile, che serve da esempio su quanto il supporto nutrizionale possa essere d’aiuto in molti ambiti della pratica medica. Queste, in sintesi, le conclusioni di Nutricovid-19, il più ampio studio multicentrico mai condotto sulle tematiche nutrizionali nel corso della prima ondata pandemica, i cui risultati sono in corso di pubblicazione su Clinical nutrition.

Assumere complessi multivitaminici, omega-3, probiotici o supplementi di vitamina D potrebbe ridurre il rischio di positività al test per Sars-Cov-2, almeno nelle donne. A dirlo un ampio studio di popolazione pubblicato online su Bmj nutritionand prevention and health.

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