Loghi e certificazioni in etichetta: in Italia continua la crescita del biologico

07 Luglio 2020

Nel 2019 le icone, i “bollini” e i marchi che forniscono informazioni e garanzie hanno continuato a guadagnare spazio sulle etichette dei prodotti alimentari presenti nei supermercati e negli ipermercati italiani e si sono confermati un elemento distintivo, confermato un trend di crescita in particolare per il biologico, pur in diminuzione rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, diffusi la scorsa settimana.  

L’immagine rassicurante più diffusa sulle confezioni è rimasta la bandiera del paese d’origine, che ha accomunato il 13,4% degli 11.639 prodotti di largo consumo monitorati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino, arrivando al 14,6% di incidenza sul giro d’affari complessivo totale.

Nel 2019 il ricorso a una bandiera nazionale (principalmente quella italiana) è lievemente aumentato (+0,7%) e questo spiega l’incremento registrato nelle vendite (+0,5% rispetto al 2018), che ha riguardato principalmente gli affettati, la pasta di semola, i surgelati vegetali, i sughi e i preparati avicunicoli.

Tra gennaio e dicembre 2019 è proseguita la crescita dei prodotti che riportavano il logo “Eu organic” (+2,1%), anche se su livelli più contenuti rispetto al +6,2% del 2018. Il bollino europeo del biologico è stato usato su più prodotti, arrivando al 6,8% di tutto il paniere Immagino, e lo sviluppo maggiore del giro d’affari è stato ottenuto nel formaggio grana, nelle uova, nei panificati senza glutine, nei surgelati vegetali e nella frutta secca sgusciata.

Il 2019 ha visto anche il recupero del marchio di conformità europeo “CE”: dopo il bilancio negativo del 2018, l’anno scorso i prodotti dotati di questo riconoscimento hanno accresciuto del +1,4% il loro giro d’affari. Merito, anche, della crescita del +4,9% dell’offerta e dell’aumento del giro d’affari di alcuni prodotti, come per esempio le uova di Pasqua.

Un ruolo molto importante in questo mondo lo svolgono le certificazioni legate alla corporate social responsibility (Csr). L’Osservatorio Immagino ne ha rilevati otto: Cruelty free, Ecocert, Ecolabel, Fairtrade, Friend of the sea, Fsc (Forest stewardship council), Sustainable cleaning, Utz.

Nel 2019 il paniere dei prodotti dell’area Crs ha superato la soglia dei 3,8 miliardi di euro di vendite e ha registrato una crescita del +1,2% (+2,6% nel 2018), spinta dall’ampliamento dell’offerta, arrivando a incidere per il 10,6% sul giro d’affari totale del perimetro dell’Osservatorio Immagino.

La più importante certificazione per giro d’affari sviluppato è stata Fsc: nel 2019 ha evidenziato un aumento del +1,0% del valore delle vendite e un ulteriore ampliamento dell’offerta. La certificazione Fsc ha coinvolto sempre più gli imballaggi di prodotti come il pesce surgelato panato, le uova, la pasta fresca ripiena.

Nel 2019 sono aumentate in misura contenuta (+0,3%) le vendite dei prodotti certificati come Friend of the sea e sono state guidate da alcune categorie di prodotto, quali il tonno al naturale e le altre specialità ittiche. Molto rilevante è, stata, invece la crescita dei prodotti con la certificazione Utz (+16,2% versus il 2018) a seguito dell’ampliamento dell’offerta, con prodotti come gelati, caffè e cioccolatini.

Il 2019 ha visto crescere del +8,5% il giro d’affari realizzato dai prodotti certificati Fairtrade, grazie all’ampliamento dell’offerta in categorie quali banane, bevande piatte e frutta secca sgusciata.

 

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