Dr. Castellana, qual era l’obiettivo della vostra ricerca?
Lo studio ha focalizzato l’attenzione sui pattern dietetici diffusi nella regione Puglia, analizzando longitudinalmente un ampio campione di popolazione adulta residente a Castellana Grotte. L’obiettivo principale è stato valutare se il modello di dieta caratteristico di questa zona fosse indirettamente associato a un ridotto rischio di patologie croniche, mediante l’utilizzo di indici dietetici conosciuti come “healthy”, quali Dash-diet index, Meddietscore e Mind-diet index, e di biomarker metabolici associati alle patologie a maggior incidenza.
Quali sono gli elementi nutrizionali caratteristici della dieta seguita nell’area geografica di Castellana Grotte?
Il setting dietetico è di tipo mediterraneo e si caratterizza per uno spiccato consumo di vegetali, legumi, frutta, olio extravergine di oliva e cereali e una riduzione del consumo di prodotti di origine animale quali carne e prodotti ittici nonostante, per quest’ultimi, la posizione favorevole nelle vicinanze della costa.
Come è stato condotto lo studio?
La ricerca ha previsto un setting longitudinale, ovvero due valutazioni temporali, 2005/2006 e 2012/2018, sullo stesso campione, in modo da valutare il trend nei pattern di consumo. L’osservazione multidimensionale ha previsto una valutazione antropometrica, ematochimica e dietologica. Un questionario alimentare strutturato e precedentemente validato è stato utilizzato per analizzare la frequenza di consumo di 29 differenti gruppi alimentari. I tre indici dietetici sopra citati sono stati utilizzati per valutare l’aderenza della dieta castellanese a pattern dietetici riconosciuti come salutari. È stata inoltre osservata, sulla base delle frequenze di consumo degli alimenti un’associazione positiva o negativa con i profili ematochimici e riconosciuti indici di salute dei soggetti.
Quali conclusioni avete tratto?
Il pattern dietetico della zona non è risultato subire modifiche sostanziali nelle due osservazioni temporali, confermando, in un’ottica longitudinale, un prevalente consumo di alimenti tipici della dieta mediterranea, in particolare frutta, verdura, legumi, olio extravergine di oliva e prodotti cerealicoli. Questo modello di dieta è risultato significativamente associato agli indici dietetici scientificamente definiti “healthy”, ovvero promotori di effetti benefici sul profilo lipidico e glucidico, protettivi sul rischio di patologie a maggiore incidenza, tra cui ipertensione, obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
Che cosa possono insegnare queste indicazioni nell’ambito dell’evoluzione dei comportamenti alimentari nel nostro contesto socio-economico?
In una prospettiva evolutiva, i nostri risultati dimostrano come la popolazione adulta sia ancora in grado di conservare i principi della tradizionale dieta mediterranea. Di contro, le nuove generazioni sembrano essere migrate ad abitudini più occidentali, caratterizzate da un maggior consumo di alimenti ricchi in grassi saturi e carboidrati raffinati, verosimilmente per una serie di cambiamenti socio-economici di questa epoca. In definitiva, le precedenti generazioni sembrano aderire a un modello alimentare più protettivo per la salute, ma rimangono ancora sconosciuti i trend dietetici, ed eventualmente patologici, associati alle nuove generazioni, lasciando quindi spazio a future indagini comparative.
Nicola Miglino