Benefici dei cereali integrali nella prevenzione dei tumori gastrointestinali

24 Febbraio 2021

Il consumo di cereali integrali rappresenta una valida strategia per garantire il benessere del tratto gastrointestinale a lungo termine e ridurre il rischio di insorgenza di cancro, soprattutto quello del colon-retto. La conferma da una review appena pubblicata su Nutrients che ha voluto indagare i dati oggi disponibili sulla relazione tra assunzione di cereali integrali e prevenzione dei tumori gastrointestinali, con particolare attenzione a quelli di colon-retto, stomaco ed esofago. Ne abbiamo parlato con Valeria Gasperi, ricercatrice di Biochimica presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università Tor Vergata di Roma, tra gli Autori del lavoro insieme a Maria Valeria Catani, Isabella Savini e Valentina Tullio.

 D.ssa Gasperi, qual è, in generale, il rapporto tra consumo di cereali integrali e salute?

Come dimostrato da numerosi studi epidemiologici e interventistici, il loro consumo è strettamente associato a un ridotto rischio di numerose malattie croniche, tra cui obesità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo II, sindrome metabolica e diversi tipi di cancro, in particolare quelli del tratto gastrointestinale, principale focus della nostra review. Consideri che l'interesse scientifico per le proprietà benefiche dei cereali integrali è iniziato alla fine degli anni Settanta, quando, al ritorno in patria dall’Uganda dove aveva prestato servizio come chirurgo, il medico inglese Denis Parsons Burkitt, osservò che, rispetto all’Africa rurale, nel Regno Unito vi era un maggior rischio di sviluppare cancro all’intestino. In seguito a ulteriori studi provenienti anche da altri ricercatori, Burkitt formulò la cosiddetta ipotesi della fibra alimentare che si basava essenzialmente sull’osservazione che una dieta altamente raffinata e priva di prodotti integrali, tipica dei paesi industrializzati, fosse coinvolta nell’insorgenza delle diverse malattie croniche come quelle sopra menzionate.

Quali sono le proprietà nutrizionali più rilevanti dei cereali integrali?

Sono un’abbondante fonte di macronutrienti, micronutrienti e composti bioattivi benefici che agiscono sinergicamente nella prevenzione delle malattie croniche. Per comprendere meglio le proprietà nutrizionali più significative dei cereali integrali è importante considerare la differente composizione in nutrienti e composti bioattivi delle tre principali frazioni che costituiscono la cariosside, cioè il chicco, ovvero l’endosperma, il germe e la crusca. L'endosperma, la frazione più abbondante della cariosside, contiene grandi quantità di amido, le proteine necessarie per la germinazione, poca fibra e alcuni micronutrienti; il germe, la frazione più piccola del seme, è invece, particolarmente ricco in vitamine B ed E, acidi grassi essenziali e minerali; la crusca, infine, la porzione più esterna del seme, anch’essa ricca in vitamine del gruppo B e  minerali, rappresenta la fonte principale di fibra, che rappresenta più del 50% del peso secco, e dei polifenoli, i principali composti bioattivi alimentari studiati per la prevenzione e la riduzione delle malattie croniche. Poiché la crusca e il germe vengono rimossi durante il processo di macinazione, i cereali raffinati, contengono significativamente meno nutrienti rispetto alle controparti integrali. Per esempio, nella farina di grano raffinato, il contenuto di acido pantotenico, folati, ferro, rame e fibra sono ridotti, mentre alcune vitamine, potassio, magnesio e manganese sono addirittura assenti.

Nel vostro lavoro vi siete concentrati in particolare sui tumori del tratto gastrointestinale. Come mai?

Secondo le più recenti statistiche globali sul cancro del Globocan, nel 2020 più di un terzo delle vittime di cancro ha sofferto di tumori gastrointestinali, patologie la cui gestione clinica rimane una sfida importante per i medici, soprattutto perché la maggior parte dei casi viene diagnosticata in fasi avanzate, quando le opzioni di trattamento sono limitate. Di conseguenza, le strategie di prevenzione primaria e secondaria, inclusa la promozione di uno stile di vita sano mirato a modificare profondamente alcuni comportamenti a rischio, sono particolarmente rilevanti per ridurne l’incidenza. In tale contesto, ciò che emerso dalle numerose evidenze scientifiche, è la relazione inversa tra il consumo di cereali integrali e il rischio di cancro gastrointestinale. È bene precisare, però, che tale associazione non è stata osservata in tutti gli organi gastrointestinali, e in alcuni casi i dati sono ancora pochi e difficili da interpretare. Pertanto, ci siamo focalizzati su alcuni tipi di tumori gastrointestinali che, oltre a essere quelli più diagnosticati e gravi, sono stati maggiormente investigati in relazione al consumo di cereali integrali.

Partiamo dal colon-retto: cosa è emerso?

Si tratta del secondo cancro con la più alta incidenza e terza causa di morte per tumore nel mondo.  Dall’analisi dei dati presenti in letteratura abbiamo osservato che effettivamente i cereali integrali sono un fattore protettivo; infatti, consumi elevati sono associati in maniera significativa a un diminuito rischio di insorgenza del tumore. Per dare un esempio concreto, nel 2017 il World cancer research fund international continuous update project ha riportato su Annals of oncology una diminuzione del 17% del rischio di cancro al colon-retto assumendo giornalmente 90 g di cereali integrali. Un dato interessante è inoltre emerso da uno studio cinese pubblicato nel 2019 sulla rivista Asia pacific journal of clinical nutrition. Dal confronto delle abitudini alimentari tra i soggetti deceduti e quelli sopravvissuti dopo 10 anni di follow up, gli Autori hanno osservato che il quantitativo di cereali integrali consumato dal gruppo con peggiore prognosi - meno di 7 gr/die -, era inferiore rispetto a quello con la maggiore sopravvivenza, ≥ 17.9 gr/die. Sebbene lo studio sia stato condotto su un campione di soli 352 soggetti affetti da cancro al colon-retto, tuttavia i dati risultano essere molto incoraggianti e supportano il ruolo della corretta nutrizione come terapia coadiuvante per la cura delle malattie. È bene precisare, però, che alcun effetto negativo è stato osservato per l’assunzione di cereali raffinati.

Quali sono i meccanismi protettivi ipotizzabili?

Sono diversi, la maggior parte dei quali ascrivibili all’elevato contenuto in fibra. Tra questi, per esempio, la riduzione del tempo di transito fecale, la diluizione e la rimozione di agenti cancerogeni, in particolare le ammine eterocicliche, il mantenimento dell'integrità delle cellule epiteliali e la stimolazione della fermentazione batterica con conseguente produzione di acidi grassi a catena corta, in grado di inibire la carcinogenesi del colon. Un recente e ampio studio di coorte condotto negli Stati Uniti, con più di 10 mila casi di cancro colo-rettale e oltre 15 anni di follow-up, ha ulteriormente confermato che la fibra proveniente dai cereali, ma non da altre fonti come verdure, frutta o legumi, sia associata a una minore incidenza di tale tipo di tumore. Coerentemente con quanto riportato prima, l'elevata assunzione di fibra e cereali integrali dopo la diagnosi ha portato anche a un tasso di mortalità inferiore, e questa associazione positiva dipende ancora dalla fonte di fibra considerata dato che quella da cereali, specialmente integrali, mostrava il legame più forte. Ciò verosimilmente dipende da una potenziale relazione dose-risposta tra la quantità di fibra che si assume e l’effetto protettivo. Si consideri, infatti, che nel contesto di una dieta varia ed equilibrata, la quantità di fibra che si assume mediante i cereali integrali è maggiore rispetto a quella che si assume dalle altre fonti vegetali. L'American institute for cancer Research e il World cancer research fund hanno recentemente dichiarato che mangiare almeno 90 g di prodotti integrali al giorno riduce il rischio di cancro del colon-retto, principalmente grazie all’alto contenuto di fibre.

Altre componenti in causa, oltre alle fibre?

Studi in vitro hanno dimostrato anche l’efficacia dei polifenoli, abbondantemente presenti nei cereali. Tuttavia, è importante considerare che tali dati sono molto preliminari e difficilmente traslabili a sistemi in vivo, soprattutto se si tiene conto la bassa biodisponibilità di tali fitochimici e l’ampia variabilità del loro contenuto negli alimenti. Ciononostante, mediante l’ausilio di tecniche all’avanguardia come quelle delle nanotecnologie si sta cercando di aumentarne la biodisponibilità ed efficacia antitumorale e favorirne il delivery ai tessuti target.

Cereali integrali e cancro gastrico: vi è protezione?

In questo caso, sebbene i dati siano meno consistenti, è comunque ben noto che errate abitudini alimentari siano fattori influenti che giocano un importante ruolo. Per esempio, alimenti conservati sotto sale, quali pancetta, prosciutto crudo, baccalà, o affumicati potenzierebbero l’effetto carcinogenico dell’H. pylori, mentre quelli ricchi in fibra sarebbero protettivi. Per quanto riguarda i cereali integrali, dall’analisi dei diversi studi epidemiologici, il rischio di cancro allo stomaco appare inferiore negli alti consumatori. Tuttavia, l’esatto ruolo della fibra in tale contesto non è così evidente e di facile interpretazione come nel caso del colon-retto.

Infine, il cancro dell’esofago: quale rapporto?

Sebbene il cancro dell’esofago sia meno investigato rispetto al cancro del colon-retto, quello che abbiamo osservato è che la maggiore frequenza di consumo di alimenti integrali è considerata tra gli indicatori di un ridotto rischio. Gli studi retrospettivi e prospettici hanno riportato ancora una volta una diminuzione del rischio in chi consuma regolarmente elevate quantità di cereali integrali, sebbene tale associazione appaia variare in base al cereale e al prodotto considerato, con frumento e pane integrale associati a un rischio inferiore, probabilmente in virtù del fatto che i cereali e i loro derivati hanno composizione e concentrazione diverse di nutrienti e composti bioattivi ad azione benefica. Per quanto riguarda il coinvolgimento della fibra, anche nel cancro all’esofago l’apporto di fibra dai cereali integrali svolgerebbe un ruolo cruciale, basti pensare che è già nota la correlazione inversa tra l'assunzione di fibra alimentari e il rischio dell'esofago di Barrett, una lesione pre-neoplastica intermedia del cancro esofageo.

Come avverrebbe la protezione dell’esofago?

I potenziali meccanismi di azione protettiva includono la modifica del reflusso gastroesofageo e/o il controllo del peso, la neutralizzazione degli agenti cancerogeni contenuti nel cibo, il miglioramento della disbiosi esofagea associata al cancro e un’azione diretta sulle cellule tumorali. Anche i polifenoli potrebbero essere utili nel cancro esofageo, grazie alla loro attività antiossidante, alla capacità di migliorare l'infiammazione correlata al reflusso esofageo e alla modulazione della proliferazione cellulare e della sopravvivenza. Tuttavia, questi ultimi sono dati ottenuti in vitro e pertanto chiedono una validazione in vivo.

Quali raccomandazione finali è possibile suggerire?

Sicuramente il consumo di cereali integrali rappresenta una valida strategia per garantire il benessere del tratto gastrointestinale a lungo termine e ridurre il rischio di insorgenza di cancro soprattutto quello del colon-retto. Pertanto, facciamo nostra la raccomandazione, condivisa dalle principali linee guida, che almeno metà delle porzioni di cereali consumati sia del tipo integrale.

Quali strategie ritiene utili per promuovere il consumo di cereali integrali in Italia?

Andremmo implementati programmi di promozione attraverso partnership tra autorità governative e industria. Ci vorrebbero, poi, raccomandazioni univoche sulle quantità da consumare, sarebbero da promuovere programmi di educazione alimentare mirati, andrebbero migliorate le caratteristiche sensoriali, e la varietà degli alimenti integrali e, infine, bisognerebbe ridurre i costi di acquisto. Infine, è necessaria una migliore identificazione dei prodotti integrali per il consumatore. Riguardo a quest’ultimo punto è bene, infatti, fare una precisazione. Come detto in precedenza, il cereale integrale è una matrice complessa in cui più componenti benefici agiscono sinergicamente nella prevenzione delle malattie croniche. È quindi difficile identificare quale componente è responsabile della protezione; per questo motivo l'attenzione dovrebbe essere spostata non sui singoli composti, ma piuttosto sull’alimento nella sua totalità. Per esempio, sebbene sia la fibra che i cereali integrali abbiano riconosciuti benefici salutari, essi non sono intercambiabili e i consumatori dovrebbero prestare particolare attenzione ai prodotti nella cui etichetta è presente la dicitura ad alto contenuto di fibre in quanto a volte sono prodotti con crusca o altre fibre aggiunte senza che siano reali prodotti integrali. È importante quindi che il consumatore preferisca e sia in grado di riconoscere un prodotto naturalmente integrale.

Bisogna evitare quindi i cereali raffinati?

Per rispondere a questa domanda è necessario considerare che in generale una dieta ricca in cereali raffinati è solitamente povera di cereali integrali e di altre fonti di fibra alimentare e, inoltre, è generalmente associata a stili di vita sfavorevoli, quali sedentarietà, fumo di sigarette, abuso di alcol. Al contrario, i consumatori abituali di cereali integrali generalmente assumono meno zuccheri, alcol, grassi, carne rossa e cibi raffinati, mentre consumano più frutta, verdura e pesce e seguono uno stile di vita sano. Pertanto, di per sé i cereali raffinati non sono nocivi ma sono le cattive abitudini alimentari e gli stili di vita sbagliati a predisporre all’insorgenza di cancro.

Nicola Miglino

 

 

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