Nutraceutici nella gestione delle dislipidemie: quali strade percorrere

15 Settembre 2021

Le evidenze più recente suggeriscono che alcuni nutraceutici ipolipemizzanti potrebbero essere utilizzati in sicurezza per migliorare i livelli plasmatici di lipidi in soggetti affetti da dislipidemia da lieve a moderata a basso rischio cardiovascolare. Una review della letteratura, pubblicata di recente su Current atherosclerosis reports e coordinata da Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica, ha fatto il punto su quanto finora emerso in letteratura rispetto alle diverse sostanze.

Prof. Cicero, intanto qual era l’obiettivo della vostra ricerca?

Il lavoro proposto da questo gruppo di esperti era finalizzato a fornire un elenco non didascalico di informazioni supportate da dati clinici circa i principali integratori ad azione ipocolesterolemizzante, con particolare riferimento alla loro efficacia, sicurezza di impiego e definizione della tipologia di soggetti che ne possono ottenere il massimo vantaggio.

Quali sono state le classi di sostanze prese in esame?

I principi attivi valutati sono stati divisi in base al loro meccanismo d'azione principale: inibitori dell'assorbimento intestinale, quali fibre solubili, fitosteroli e probiotici specifici, inibitori della sintesi epatica del colesterolo, come riso rosso fermentato, carciofo e bergamotto, induttori della escrezione del colesterolo per via biliare come la berberina.

Ci riassume quanto emerso nelle valutazioni finali?

Gli inibitori dell'assorbimento del colesterolo hanno un'efficacia limitata e richiedono spesso più somministrazioni quotidiane. Comunque, l'efficacia è comprovata e la tollerabilità usualmente buona. Il riso rosso fermentato resta il nutraceutico ipocolesterolemizzante più efficacie, ma stanno aumentano le prove a sostegno dell'efficacia di carciofo e bergamotto, specie quando associati tra loro o con altri nutraceutici. Carciofo e bergamotto funzionano solo quando impiegati sotto forma di estratti di alta qualità. La berberina è un nutraceutico di grande interesse per le sue azioni su metabolismo lipidico, glucidico ed emodinamico, che però purtroppo sono molto più evidenti a dosi superiori rispetto ai soli 500 mg/die utilizzabili negli integratori secondo la legislazione italiana. Resta comunque un ottimo nutraceutico, specie quando associato ad altri con diverso meccanismo d'azione.

Che conclusioni possiamo trarre e quali prospettive disegnare?

Data la diffusione della condizione di ipercolesterolemia lieve-moderata nella popolazione generale, esiste un'indicazione chiara alla riduzione della stessa con modificazione dello stile di vita e nutraceutici specifici. L'incognita maggiore per il futuro sarà la reazione del mercato italiano all'obbligo che arriverà dalla commissione europea di depotenziare gli integratori che contengono dosi più alte di principi attivi derivati dal riso rosso fermentato. Le alternative saranno formulazioni più complesse, oppure l'impiego di derivati del riso rosso con una maggiore biodisponibilità, peraltro già brevettati e disponibili per la commercializzazione anche in Italia.

Nicola Miglino

 

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