Superfood, chi sale e chi scende in un mercato da 1,4 miliardi di euro

03 Settembre 2020

Tra le mode alimentari degli ultimi anni, i cosiddetti superfood rappresentano sicuramente quella di maggiore tendenza, muovendo un mercato nazionale pari a 1,4 milioni di euro, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Immagino di Nielsen GS1 Italy riferiti al 2019 e resi noti lo scorso luglio.

L’Osservatorio ha seguito l’andamento sul mercato di 26 ingredienti benefici, misurando le vendite in supermercati e ipermercati su un paniere composto da 5.877 prodotti.

Tali ingredienti sono stati suddivisi in sei aggregati di prodotto tra i quali, lo scorso anno, il più dinamico è stato quello dei semi: l’insieme composto da “semi di lino”, “semi di zucca”, “sesamo”, “semi di chia” e “canapa” ha visto aumentare le vendite del +28,5%, con una crescita del +17,7% dell’offerta.

Il grosso del giro d’affari è ascrivibile a prodotti in cui i semi sono stati utilizzati come ingredienti. Tra i più importanti: panini, cracker, pane a lunga conservazione, fette biscottate, panetti croccanti e cereali.

Il secondo agglomerato di ingredienti benefici per performance nel 2019 è quello delle spezie, che include i claim “cannella”, “zenzero” e “curcuma”: rispetto al 2018, il sell-out è cresciuto del +9 %, arrivando a oltre 95,4 milioni di euro. A trainarlo sono stati soprattutto curcuma e zenzero, utilizzati e maggiormente diffusi come ingredienti per molti prodotti (yogurt funzionale, infusi, latte fermentato/kefir, tavolette di cioccolato, caramelle).

Tra i sei aggregati di prodotto individuati, il più importante per giro d’affari è quello dei superfruit: sommando i prodotti che evidenziano in etichetta la presenza di “mandorla”, “mirtillo”, “cocco”, “acqua di cocco” o “avocado”, si è arrivati a quasi 762 milioni di euro di vendite, in crescita del +5,3% sul 2018.

Quello dei supercereali e delle farine è l’aggregato più affollato poiché include otto prodotti/ingredienti segnalati in etichetta: “avena”, “farro”, “quinoa”, “kamut”, “farina di riso”, “olio di riso”, “farina di mais”, “germe di grano”. Complessivamente l’anno scorso questo paniere ha sfiorato i 306 milioni di euro di vendite e, dopo anni di crescita, ha segnato una battuta d’arresto del -4,5% rispetto al 2018.

Bilancio negativo anche per l’aggregato dei dolcificanti, penalizzati dal momento difficile degli zuccheri: tra “zucchero di canna” e “stevia”, le vendite sono arretrate del -5,2% rispetto al 2018.

Performance negativa anche per due dei superfood molto di moda: il “goji” ha perso il -18,6% delle vendite, fermandosi a circa 11 milioni di euro, mentre l’alga spirulina è arretrata del -17,0%, per un giro d’affari complessivo di 802 mila euro.

“Il 2019 - conclude il Rapporto - sarà, comunque, ricordato per le super performance di due prodotti/ ingredienti benefici, diversi per incidenza sull’offerta e valore delle vendite, ma simili per dinamismo. Il primo è l’avocado, che ha continuato nella sua marcia trionfale, aumentando le vendite del +92,9% in un anno e arrivato a 6,5 milioni di euro. L’altro ingrediente del 2019 è il thè matcha, avanzato in un anno del +99,8% e giunto a 2,3 milioni di sell-out”.

Nicola Miglino

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