Boiron svolta e scommette sul settore degli integratori alimentari

11 Febbraio 2021

È la regina indiscussa dell’omeopatia. La crisi di questo mercato, però, legata soprattutto a decisioni del governo francese che hanno tolto la rimborsabilità ai medicinali omeopatici, ha costretto Boiron a rivedere le strategie e riposizionarsi. In quale direzione? Quella degli integratori alimentari, in cui prevede la maggior crescita nei prossimi anni.

Ne abbiamo parlato con Valérie Lorentz-Poinsot (Foto), direttore Generale del Gruppo Boiron da quando, nel 2019, Christian Boiron, erede dei fondatori, ha lasciato la guida dell’azienda.

“Il settore degli integratori alimentari ha sempre fatto parte delle nostre aree di interesse” dice Lorentz-Poinsot. “A un certo punto, alcuni anni fa, Christian Boiron decise di fermarne lo sviluppo, concentrando tutti gli sforzi sull’omeopatia e oggi che stiamo subendo una contrazione su questo fronte abbiamo deciso di ritornare in un ambito in linea con la filosofia aziendale. Nella nostra visione, infatti, omeopatia e integratori alimentari condividono gli stessi valori: curare senza nuocere e rispetto per la salute. Quello però che dovevamo garantire era la qualità dei prodotti attraverso formule esclusive e innovative, attivi accuratamente selezionati, soluzioni affidabili e prive di rischi, puntando sulla nostra esperienza riconosciuta”.

Ecco così che alle linee di estratti vegetali già in listino (dalla Propoli, al Ginseng, alla Calendula), si è aggiunto, contro l’affaticamento, un polivitaminico (B1, B6, B8, B12, PP) con magnesio (NutriFatica) e, in caso di insonnia, un estratto di melissa arricchito di polifenoli dell’uva, sempre con aggiunta di magnesio (Nutri’Notte).

Ultima arrivata, una gamma di tre integratori alimentari (Osmobiotic Flora) a base di probiotici e fermenti lattici.

“L’ingresso nel mondo dei probiotici per noi ha significato innanzitutto la scelta di un partner di eccellenza come Probiotical, tra gli operatori più qualificati a livello internazionale. Dedicata alla ricerca e alla produzione di microrganismi probiotici, questa azienda familiare italiana è anche una delle sole due al mondo in grado di seguire l'intero ciclo produttivo di un probiotico, dall'isolamento del ceppo al prodotto finito. Eccellenza tecnologica, dunque, che ci garantiva selezione rigorosa dei ceppi, qualità, sicurezza in termini di assenza di allergeni, affidabilità e formulazioni originali. La nostra gamma di probiotici, infatti, utilizza una tecnologia all'avanguardia, ovvero la microincapsulazione, un sistema brevettato che migliora la resistenza dei ceppi batterici all'acidità gastrica”.

Ciascun integratore alimentare della gamma associa due ceppi di specie complementari: Bifidobacterium lactis BS01; Bifidobacterium breve BR03; Lactobacillus casei LC03. I ceppi sono microincapsulati in un sottile strato lipidico protettivo che li rende resistenti a umidità e succhi gastrici durante il passaggio nel tratto digestivo. Lo strato lipidico viene degradato una volta attraversato lo stomaco, aumentando così il numero di ceppi che arrivano vivi nell'intestino. Il risultato è un tasso di sopravvivenza dei ceppi nell'intestino pari al 90%, rispetto al 10-25% dei non microincapsulati.

“Siamo molto fieri di lavorare con un’azienda italiana, da una parte perché l’Italia è stato il Paese dove abbiamo aperto la nostra prima filiale internazionale e, dall’altra, perché, in un settore come quello farmaceutico dove la produzione viene spesso delocalizzata in Paesi emergenti, è il riconoscimento di un’eccellenza europea. Crediamo molto nel settore degli integratori. Oggi occupa il 20% del fatturato, rimanendo l’omeopatia il nostro core business. L’obiettivo, però, nei prossimi 5-10 anni, è di riequilibrare le cose, puntando a un 50 e 50, con un occhio di riguardo all’Italia, oggi il mercato europeo più florido in quest’ambito”.

Nicola Miglino

 

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