Integratori, sistema immunitario e Covid-19: raccomandazioni Iss per uso consapevole

24 Giugno 2020

Nei giorni scorsi, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha pubblicato un documento dal titolo “Integratori alimentari o farmaci? Regolamentazione e raccomandazioni per un uso consapevole in tempo di Covid-19” volto a fornire alcuni chiarimenti sul ruolo differente di integratori e farmaci e a suggerire il corretto impiego della supplementazione alla luce delle numerose informazioni circolate in questi mesi di pandemia. Di seguito, una sintesi del documento divisa in due parti: una prima, più generale, sul rapporto integratori e sistema immunitario; una seconda, più specifica, dedicata a Covid-19.

 Integratori e sistema immunitario

Vitamine e sali minerali

L’assunzione di un integratore alimentare ha un razionale solo per le persone che presentano una ridotta assunzione dietetica dei nutrienti in questione o una esigenza di aumentato fabbisogno. L’Efsa riconosce la capacità di contribuire al normale funzionamento del sistema immune negli individui alle vitamine e minerali riportati nella Tabella sottostante.

Un integratore alimentare deve apportare almeno il 15% del valore nutritivo di riferimento di vitamine e minerali per 100 mg/ml o per dose di cui alla tabella per poter vantare il claim sulla funzione immune. Per poter essere considerati integratori, le sostanze di cui alla tabella devono essere assunte per via orale: la somministrazione parenterale le fa ricadere nell’ambito farmaceutico.

 

Botanicals

Soltanto per 70 sostanze il ministero della Salute riconosce, nelle proprie linee guida di riferimento per gli effetti fisiologici, la possibilità di rivendicare in etichetta l’indicazione “aumentano le naturali difese dell’organismo” (allegato 1 come aggiornato con Decreto 9 gennaio 2019). Tra le più note: l’Echinacea, l’Astragalo, l’Agave e il Sambuco.

Probiotici

Soltanto alcuni degli studi clinici effettuati sono di elevata qualità metodologica, ovvero randomizzati e controllati con placebo, e consentono quindi di identificare alcuni “endpoint” clinici di rilievo associati all’uso di probiotici, in molti casi associati alla modulazione delle funzioni del sistema immunitario: prevenzione della dermatite atopica/eczema e delle allergie alimentari nella prima infanzia; trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali, in particolare della colite ulcerosa; trattamento della diarrea associata all’uso di antibiotici e all’infezione da Clostridium difficile; prevenzione della enterocolite necrotizzante nei neonati prematuri, trattamento delle coliche infantili; controllo dei sintomi dell’intolleranza al lattosio e della sindrome da intestino irritabile.

 

Integratori e Covid-19

Stato nutrizionale

Vi sono evidenze epidemiologiche molto solide che l’obesità sia significativamente correlata a un decorso del Covid-19 più grave. Il rischio di essere ricoverati in terapia intensiva in caso di Covid-19 in un soggetto con età inferiore ai 60 anni, è 3,6 volte superiore per chi presenta un Bmi > 35 rispetto ai controlli normopeso. Diversi sono i meccanismi eziopatogenetici che correlano l’obesità alla Sindrome da distress respiratorio acuto nei pazienti: la dis-regolazione immune, in particolare i maggiori livelli circolanti di Il-6 prodotta nel tessuto adiposo; le patologie cardiovascolari e metaboliche a cui l’obesità predispone; una minor riserva funzionale respiratoria nei soggetti obesi.

Vitamine e sali minerali

A oggi non esiste nessuna evidenza scientifica diretta sull’uomo di un effetto terapeutico e/o preventivo delle vitamine e di preparati multivitaminici nei confronti del Covid-19. Per quanto riguarda la vitamina D, anche se sperimentalmente ne è stata descritta la capacità di regolare il sistema immunitario, i dati derivanti dalla sperimentazione clinica non sono univoci. Nel complesso, pertanto, anche se diversi modelli sperimentali suggeriscono che livelli fisiologici di vitamina D possano essere utili per ridurre gli effetti avversi delle infezioni virali, non ci sono ancora solide evidenze cliniche a supporto di un potenziale impiego nel contesto della profilassi e terapia anti-Covid-19.

Riguardo ai minerali (es. Zinco, Selenio, Rame, Magnesio), al momento non sono ancora disponibili evidenze specifiche, attraverso studi di efficacia o sperimentazioni cliniche che possano giustificarne l’impiego nella prevenzione e cura della malattia da Covid-19.

Probiotici

Nello specifico di Covid-19, è stato prospettato un effetto indiretto, attraverso i benefici sullo stato nutrizionale e sul microbiota intestinale, soprattutto rivolto a popolazioni a rischio per maggiore gravità e mortalità più elevata, quali i pazienti diabetici. L’osservazione da parte di un gruppo cinese, impegnato nella gestione dei pazienti Covid-19, che alcuni casi mostravano disbiosi della microflora intestinale con diminuzione dei generi Lactobacillus e Bifidobacterium ha portato al suggerimento di valutare lo stato nutrizionale e la funzione gastrointestinale dei pazienti, e al conseguente intervento di supporto sulla dieta ed eventualmente di supplementazione con probiotici e prebiotici per bilanciare il microbiota. Le evidenze in proposito appaiono quindi molto preliminari e indirette e necessitano di conferme attraverso studi controllati. Mentre l’efficacia dei probiotici nella prevenzione e nel trattamento è a tutt’oggi argomento dibattuto, il loro impiego è generalmente considerato sicuro e riconosciuto come tale nell’individuo sano per la maggioranza dei ceppi probiotici anche dalle Autorità regolatorie.

Botanicals

Alcuni integratori a base di botanicals, come per esempio, estratti a base di piante largamente utilizzate nella Medicina tradizionale cinese (Lonicera japonica, Astragalus membranaceus, Glycyrrhiza uralensis, Atractylodes macrocephala, Scutellaria baicalensis, Angelica sinensis, Panax quinquefolius) o estratti di Echinacea, Citrus x bergamia, semi di pompelmo, sono stati proposti per il trattamento del Covid-19. Sebbene molte di queste piante proposte siano anche ammesse nell’elenco degli integratori stabilito dall’Allegato 1 al Decreto 10 agosto 2018, in considerazione dello scopo terapeutico proposto, non è possibile il loro impiego per la terapia e/o prevenzione di condizioni patologiche se non all’interno di sperimentazioni cliniche.

 

Raccomandazioni generali

Il documento dell’Iss si chiude con le seguenti raccomandazioni generali:

  • Gli integratori non devono mai essere intesi come sostituti di una dieta varia ed equilibrata né di uno stile di vita sano.
  • Prima della loro assunzione si consiglia di consultare preventivamente il medico se:
    • non si è in buona salute o se si è in trattamento con farmaci per evitare controindicazioni o la possibilità di interazioni;
    • si pensa di utilizzare più integratori in associazione;
    • l’impiego è destinato a fasce di popolazione vulnerabili come gli anziani, i bambini e le donne durante la gravidanza e l’allattamento.
  • Gli integratori non devono essere assunti per periodi prolungati né in dosi superiori a quelle consigliate in etichetta.
  • Diffidare di integratori reperibili al di fuori dei comuni canali commerciali, quali ad esempio la rete Internet, e propagandati per proprietà ed effetti “miracolosi” sulla salute.
  • Tenere sempre presente che gli integratori sono concepiti per contribuire al benessere e non per la cura o la prevenzione di condizioni patologiche che vanno trattate con i farmaci.
  • In caso di effetti indesiderati o inattesi sospendere l’assunzione, informare il medico o il farmacista e segnalare l’evento avverso tramite VigiErbe.

Nicola Miglino

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