Sicurezza dell’Acido lipoico: review italiana fa il punto

28 Ottobre 2020

La sicurezza dell’Acido alfa lipoico (Ala) è stata oggetto di una review da poco pubblicata su Antioxidants, le cui conclusioni rassicurano in merito alle preoccupazioni sollevate da alcuni eventi avversi emersi in letteratura. In particolare, le reazioni più frequenti segnalate si rilevano a carico della pelle e del sistema gastrointestinale, insieme a casi di iperinsulinemia autoimmune, una rara condizione, nota anche come sindrome di Hirata, che si manifesta con severa ipoglicemia.

Il lavoro su Antioxidants, condotto da un gruppo di ricerca italiano guidato da Arrigo Cicero, del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche all’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, ha preso in esame i dati di 71 studi clinici, per complessivi 155 bracci di trattamento, e 4.749 soggetti coinvolti, di cui 2.558 trattati con Ala e 2.294 assegnati a placebo.

Molto rigidi i criteri di selezione: studi randomizzati e controllati, con disegno a gruppi paralleli o cross-over e che valutassero la sicurezza di Ala.

Nessun evento avverso di significatività statistica si è registrato nei più diversi ambiti, da quello gastrointestinale, neurologico e psichiatrico, a quello dermatologico, muscoloscheletrico, cardiovascolare. Così come non si è riscontrata maggiore suscettibilità a infezioni e nessuna correlazione si è evidenziata con ospedalizzazioni o mortalità.

Per quanto riguarda gli episodi di ipoglicemia, si conferma fenomeno rarissimo correlato a una predisposizione genetica a rispondere alla somministrazione di acido alfa-lipoico con una crisi ipoglicemica. L'evento è relativamente più frequente nei soggetti di etnia asiatica e tanto raro da non essere rilevato negli studi clinici ma solo da segnalazioni sporadiche.

“Si tratta di indicazioni di rilievo che incoraggiano l'impiego di Ala in una serie di condizioni in cui si è effettivamente dimostrato efficace, grazie alla sua capacità di interferire con i meccanismi infiammatori e l'omeostasi del glucosio. Per quanto ne sappiamo, è la prima volta che il profilo di sicurezza di Ala viene valutato in maniera esaustiva attraverso un'analisi aggregata di studi clinici randomizzati e controllati con placebo. La sfida, ora, è identificare marker clinici che consentano di prevedere la risposta al trattamento al fine di identificare i gruppi di pazienti in grado di trarre il massimo beneficio dall'integrazione. Nonostante la sua solidità, questa revisione sistematica presenta alcune limitazioni legate al fatto che gli studi considerati non hanno arruolato pazienti omogenei per patologia di base, e hanno impiegato dosi e durate di trattamento differenti. Questo, però, può anche essere un punto di forza perché il risultato globale è maggiormente rappresentativo dell'impiego dell'Acido alfa-lipoico nella pratica clinica reale per molte indicazioni diverse e su soggetti molto differenti fra di loro. A questo punto credo siano opportune ulteriori ricerche che indaghino se gli eventi avversi sporadici associati all'uso di Ala siano correlati alla qualità di produzione degli integratori utilizzati, ad altri ingredienti di integratori compositi piuttosto che a trattamenti concomitanti”.

Nicola Miglino

 

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