La cumarina, infatti, viene utilizzata in alcuni prodotti cosmetici e per la casa (profumi, deodoranti per interni) ma anche negli alimenti, trovandosi naturalmente in alcune piante come la cannella, la fava tonka e il trifoglio dolce, nonché negli integratori alimentari derivanti da queste stesse piante il cui contenuto in cumarina è molto variabile, così come quello presente nei loro oli essenziali. Inoltre, proprio gli estratti possono essere utilizzati negli integratori senza che sia indicato alcun valore soglia.
Per limitare l'esposizione alimentare, l'Efsa ha fissato una dose massima giornaliera tollerabile pari a 0,1 mg/kg di peso corporeo. Il rischio di superare la dose consigliata, però, è decisamente più elevato se si è grandi consumatori di integratori alimentari contenenti estratti di piante ricche in cumarina, in particolare la cannella cinese. Gli oli essenziali presenti in questi integratori sono, a detta dell’Anses, alla base della maggior parte degli effetti indesiderati individuati da Nutrivigilance, il sistema di sorveglianza francese su cibi e integratori. I disturbi segnalati sono stati in particolare a carico di fegato e apparato gastrointestinale.
La stessa Anses, per evitare di superare tale soglia, raccomanda che un’assunzione di cumarina da integratori alimentari inferiore a 4,8 mg/die per un adulto di 60 kg . Inoltre, sconsiglia il consumo di cibi ricchi di cannella e integratori alimentari contenenti cumarina da parte di persone con una storia di malattie epatiche.
Infine, una raccomandazione ai produttori: specificare sempre, nella composizione degli integratori, l’identità botanica della cannella e di altre piante utilizzate, nonché il loro contenuto di cumarina. (n.m.)