Mangiare in fretta: obesi a rischio dislipidemia

07 Aprile 2022

Pubblicato in Videointerviste

Annamaria Colao
Presidente Nazionale Società Italiana di Endocrinologia (SIE)
Professore ordinario di Endocrinologia
Cattedra Unesco Educazione alla Salute e allo Sviluppo sostenibile
Università Federico II di Napoli

 

Mangiare troppo in fretta raddoppia il rischio di dislipidemia; pranzare e cenare restando seduti a tavola almeno 20 minuti aiuta invece il metabolismo e consente anche di tenere meglio sotto controllo l’introito calorico e quindi il peso. Lo dimostra una ricerca dell’Università Federico II, coordinata da Annamaria Colao (presidente della Società Italiana di Endocrinologia) e pubblicata sul Journal of Translational Medicine. Lo studio ha coinvolto 187 persone con obesità delle quali sono state indagate le abitudini a tavola, compresa la durata dei pasti: mettendo a confronto chi pranza e cena in meno di 20 minuti con chi prolunga oltre il piacere della tavola, è emerso chiaramente che consumare i pasti velocemente raddoppia il rischio di sviluppare dislipidemie, specialmente in chi mangia rapidamente a cena. Spiega Annamaria Colao: “Studi precedenti hanno mostrato che mangiare troppo rapidamente si associa a un aumento del consumo di cibo e anche il nostro lavoro lo conferma, aggiungendo che chi pasteggia in pochi minuti consuma più spesso un pasto completo con primo, secondo, contorno e frutta. Inoltre fra i cibi che possono essere mangiati più velocemente ci sono quelli ultra-processati (come alcuni insaccati) che, oltre a essere molto calorici e poco sani, ci rendono anche meno capaci di controllare l’introito calorico”. Una possibile spiegazione potrebbe riguardare il fatto che maggiore è il tempo impiegato per mangiare, più elevato è il reclutamento del GLP-1, coinvolto nella sintesi dell’insulina. Questo riduce l’insulino-resistenza, quindi il sovrappeso, il colesterolo e il rischio cardiovascolare.

Barrea L, Vetrani C, Verde L, et al. "Forever young at the table": metabolic effects of eating speed in obesity. J Transl Med 2021

 

 

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