È ormai evidenza che gli stili alimentari plant-based siano quelli associati a minor rischio di malattie cardiovascolari, ma siamo ancora lontani dall’avere informazioni precise su quantità e frequenza ottimale di ciascun gruppo di alimenti che si ritrovano in questo tipo di diete.

Coinvolgere i più piccoli nella preparazione dei pasti in modo giocoso li convince a consumare più frutta e verdura. Questi, in sintesi, i risultati emersi dall’indagine svolta da un team di ricercatori del Crea Alimenti e Nutrizione, su un campione di bambini in età scolare della regione Lazio, ma rappresentativo anche a livello nazionale, per esaminare i cambiamenti delle loro abitudini nutrizionali nel corso e nel post pandemia da Covid-19 e l’eventuale impatto sui fenomeni di ripudio di cibi specifici.

Il ministro dell'agricoltura francese, Julien Denormandie, e l'omologa austriaca Elisabeth Köstinger, hanno firmato nei giorni scorsi una dichiarazione congiunta che chiede alla Commissione europea una strategia condivisa per incrementare sul territorio europeo la produzione di proteine vegetali, come, per esempio, quelle contenute in soia, legumi e semi oleosi.

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