La possibile azione neuroregolatoria, accompagnata da una spiccata attività antiossidante e antinfiammatoria, candida i flavonoidi a potenziali agenti nutraceutici per la modulazione del tono dell’umore. Le attuali evidenze preliminari, però, dovranno essere confermate da ulteriori indagini che ne dimostrino la reale efficacia.

Mele e more, ma anche cioccolato fondente, pesche e pomodori. Tutti alimenti ricchi di flavonoli e, in particolare, quercetina, che un nuovo studio pubblicato sull’American journal of nutrition indica come fattore protettivo dal rischio di fragilità negli anziani.

Il consumo di flavonoidi (antocianidine e flavanoni in particolare, di cui, rispettivamente, sono ricchi frutta rossa e agrumi), protegge dal rischio di insorgenza di tumore del colon-retto e influenza la composizione del microbiota ematico. Queste le conclusioni di uno studio caso controllo finanziato dalla Fondazione Airc, condotto da un gruppo di ricercatori italiani e pubblicato di recente su Nutrients. A parlarcene, Marta Rossi, ricercatrice presso il dipartimento di Statistica medica, biometria ed epidemiologia “GA Maccacaro”, dell’Università degli studi di Milano e coordinatrice della ricerca.

L'ingrediente principale della liquirizia, radice o fusto della Glycyrrhiza glabra L., è la glicirrizina, molecola che le conferisce il sapore dolce e peculiare, ben sfruttato in pasticceria e dall’industria alimentare. Le proprietà farmacologiche della liquirizia sono, però, da attribuire anche ad altro.

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