Un'analisi condotta su oltre 20 mila adulti statunitensi ha rilevato che chi adotta un piano alimentare limitato a un arco temporale di meno di 8 ore al giorno, ha maggiori probabilità di morire di malattie cardiovascolari rispetto a chi si alimenta in un intervallo di 12-16 ore al giorno. I risultati della ricerca sono stati presentati all'Epidemiology and prevention lifestyle and cardiometabolic scientific sessions 2024 dell'American heart association (Chicago, 18-21 marzo 2024) e hanno suscitato reazioni contrastanti di illustri clinici e ricercatori italiani.

La ricerca di agenti antipertensivi naturali, sicuri e di origine alimentare, ha preso in considerazione anche il mondo dei funghi, grazie soprattutto ai numerosi composti bioattivi che hanno già dimostrato di esercitare effetti terapeutici. Tra le specie più studiate ci sono Tricholoma giganteum, Marasmius androsaceus, Grifola frondosa, Ganoderma lucidum e Polyporus umbellatus.

Due nuovi studi condotti dall’Intermountain Health a Salt Lake City potrebbero mettere in discussione le raccomandazioni sui dosaggi di vitamina D per raggiungere livelli utili a prevenire eventi cardiovascolari. Secondo i ricercatori, infatti, per ottenere i risultati auspicati, spesso è necessario dare ai pazienti dosi molto più alte di quella giornaliera raccomandata dalle linee guida (600-800 UI). In alcuni casi, si potrebbe arrivare anche a oltre 10.000 UI.

La dieta mediterranea e quella nordica hanno molti tratti in comune, tra cui l'abbondante uso di frutta e verdura (e bacche nella dieta nordica), l'uso limitato di grassi saturi (grassi del latte) e carni rosse, l'uso di olio vegetale (olio d'oliva nella dieta mediterranea e l'olio di colza nella dieta nordica) e i prodotti a base di cereali integrali come importante fonte di fibre alimentari. 

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