Integratori e sport: quando, quali e con che obiettivi

21 Settembre 2022

Questo l’inquadramento di un piano di nutrizione e supplementazione per uno sportivo, secondo Fabrizio Angelini, presidente Sinseb (Società italiana nutrizione sport e benessere) e responsabile Fc Juventus per l’area nutrizione, intervenuto sull’argomento a Bologna, nel corso del recente congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica).

Prof. Angelini, quali sono, a suo giudizio, i passaggi chiave nella valutazione dell’atleta prima di intraprendere un piano dietetico?

Prima di redigere un piano nutrizionale e di supplementazione per un atleta, sia esso amatore o professionista, deve essere eseguita un’accurata analisi dello stato di salute che deve comprendere, innanzitutto, una valutazione ematochimica della funzione renale ed epatica, nonché dello stato emopoietico e ormonale, con particolare riferimento alle funzioni tiroidea, gonadica e surrenalica. A questo, vanno aggiunte una valutazione antropometrica volta a stabilire le percentuali di massa grassa e massa grasso priva tramite un’indagine statica che può essere affidata a metodiche semplici, quali circonferenze e plicometria o complesse, quali DEXA-RM, e una dinamica dello stato muscolare tramite bioimpedenziometria con vettoriale e/o adipometria. Necessarie, ancora, una valutazione dello stato di idratazione tramite, per esempio, sistemi che valutino lo stato di osmolarità attraverso la saliva e un’indagine sulle abitudini nutrizionali sul piano di allenamento. Se l’atleta è donna, non si può prescindere dall’analisi di regolarità, qualità e quantità del ciclo mestruale e, in tutti gli atleti, della funzione intestinale.

Quali obiettivi è ragionevole porsi attraverso un percorso di supplementazione?

Il piano nutrizionale può essere integrato da una supplementazione personalizzato volta sicuramente a integrare eventuali carenze ematochimiche emerse dagli esami come, per esempio, una mancanza di ferro. L’utilizzo dei supplementi, sia nel pre che nel post workout, si è però rivelato necessario e utile sia per l’ottimizzazione, per esempio, della composizione corporea, sia per il miglioramento delle prestazioni aerobiche e della forza e potenza muscolari e per combattere i processi infiammatori derivanti da esercizi fisici ad alta intensità e ripetuti nel tempo. I prodotti che rientrano nella categoria alimenti sportivi o supplementi/integratori sportivi possono, pertanto, essere utilizzati per supportare le prestazioni prima, durante e dopo l'allenamento e la competizione o per migliorare aspetti dell'adattamento all'allenamento, del recupero, della funzione immunitaria e/o della salute generale dell'atleta.

L’assunzione di un integratore può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta?

Mi sembra una visione riduttiva che pone l’alimento e/o  il supplemento come protagonista di una buona performance se non addirittura di un successo dell’atleta, sovrastimando l’aspetto nutrizionale rispetto ad altre componenti in grado di incidere sulla performance sportiva quali la predisposizione genetica intrinseca alle caratteristiche atletiche, le molte ore di allenamento ben strutturato, un'alimentazione di base appropriata, sonno e recupero adeguati e, naturalmente, buona salute fisica e mentale generale. Tuttavia, se si tiene conto di tutte queste variabili, potrebbe esserci un ruolo per gli alimenti per lo sport e gli integratori alimentari nell'allenamento e nella routine di competizione di un atleta.

Qual è la sua esperienza sul campo rispetto all’uso degli integratori in ambito sportivo?

Vengono proposti molti supplementi, soprattutto esaltandone gli effetti con claim pubblicitari che inducono a pensare a un ruolo nella possibilità di migliorare o addirittura determinare la performance. La prescrizione di un integratore dovrebbe avere alla base una solida evidenza scientifica, come, per esempio, nel caso di creatina, beta-alanina, nitrati, caffeina, soprattutto in relazione alla loro possibile azione ergogenica sulla prestazione. Consigliare o meglio prescrivere un supplemento a un atleta illudendolo che lo stesso migliorerà le sue capacità prestative è, infatti, una pratica frequente nel mondo dello sport, esasperata da claim pubblicitari o professionisti che si ergono a protagonisti della prestazione, tralasciando un semplice presupposto, ovvero che i veri artefici del risultato non sono i nutrizionisti con i loro supplementi ma gli atleti.

Nicola Miglino

 

 

 

 

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