Il coenzima Q10 (CoQ10), noto anche come ubichinone, si ritiene possa svolgere un ruolo nel trattemento dell'emicrania, benché il meccanismo resti ancora sconosciuto.
Ci sono benefici ma anche potenziali rischi nel far ricorso a integratori in presenza di insufficienza cardiaca. È bene, dunque, che i medici indaghino sempre se i pazienti stanno utilizzando, in concomitanza alle terapie abituali, prodotti acquistati autonomamente. A segnalarlo, uno statement dell’American heart association pubblicato di recente su Circulation.
Pubblicata sul Journal of the american college of cardiology una metanalisi tesa a fare chiarezza sul rapporto tra alcuni specifici micronutrienti e la salute cardiovascolare. I ricercatori hanno esaminato un totale di 884 studi disponibili, tutti randomizzati e con gruppo di controllo, sui micronutrienti assunti come integratori alimentari, verificando l’efficacia di alcuni, l’inutilità di altri e, in alcuni casi, la pericolosità.
La supplementazione di CoQ10 in aggiunta alle terapie standard potrebbe rivelarsi un utile supporto nella gestione dei pazienti con malattie cardiovascolari. Questa la conclusione di una review pubblicata su The journal of nutrition che ha preso in esame 14 studi (1.067 partecipanti totali) in cui è stato valutato l’effetto di una supplementazione di CoQ10 prevalentemente in soggetti anziani di sesso maschile, con insufficienza cardiaca o ipertensione, cardiopatia ischemica piuttosto che prima di un intervento cardiochirurgico.