Una review pubblicata di recente su Nutrients ha messo in evidenza l’importanza di livelli sierici adeguati di magnesio (Mg) nella protezione ossea. Ne parliamo con Ligia J Dominguez, Ordinario di Medicina interna e Geriatria all’Università Kore di Enna e coordinatrice del lavoro.

Si terrà a Padova, il 22-23-24 marzo prossimi, il VI congresso “Osteoporosi nelle alterazioni del metabolismo minerale osseo nella popolazione generale e nella malattia renale cronica”, promosso da Maria Fusaro e Giovanni Tripepi. Non potevano mancare, nel programma, momenti di discussioni legati al ruolo della supplementazione di Vitamina D e K.

Un gruppo di ricercatori della Harvard medical school ha scoperto che seguire una dieta mediterranea potrebbe prevenire lo sviluppo della fragilità con l'età, definita come uno stato di maggiore vulnerabilità che deriva dal declino funzionale di più sistemi fisiologici: colpisce tra il 10% e il 15% degli anziani ed è associata a un rischio più elevato di cadute, ospedalizzazione, disabilità, fratture e mortalità.

Un’integrazione di vitamina D non serve a ridurre il rischio di fratture nelle donne over 50. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato lo scorso luglio sul New England journal of medicine che ha provocato uno scossone tra gli addetti ai lavori, con Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, che ha annunciato una probabile revisione a breve della Nota 96 che già aveva determinato “un utilizzo più mirato di questo farmaco, producendo un risparmio di diverse decine di milioni l'anno". Magrini, inoltre, auspica una “campagna di sensibilizzazione” e “un nuovo un lavoro più stretto con le Regioni sull'ambito dell'appropriatezza prescrittiva”.

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