L’alimentazione dei pazienti affetti da malattia di Crohn e colite ulcerosa è stato il tema al centro di un recente incontro promosso a Bologna da Amici (Associazione per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino). Tra le comunicazioni più rilevanti, l'incidenza delle Mici bambini raddoppiata nell'ultimo triennio, la nutrizione enterale esclusiva in grado di portare alla remissione dei sintomi della malattia di Crohn nell’80% dei casi e un nuovo filone di ricerca che riguarda le diete.
È un alcol con note proprietà antinfiammatorie e antimicrobiche che ha mostrato attività eubiotica nei confronti del microbiota intestinale in pazienti con sindrome dell'intestino irritabile. Parliamo del geraniolo testato, in forma di integratore alimentare, in un gruppo di pazienti per valutarne i benefici sintomatici e l’azione correttiva sulla disbiosi. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori bresciani e bolognesi e i risultati sono stati pubblicati di recente su Nutrients.
La pancia è il paziente invisibile negli anni del Covid. Se n’è parlato pochissimo e invece è come se fosse avvenuta una sorta di epidemia parallela di mal di stomaco e gonfiori dovuti allo stress dei lockdown, alla sedentarietà, agli eccessi di cibo non proprio salutare. Per questo Silvio Danese, direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, ha scritto In pace con la pancia (Sonzogno – Collana Scienze per la vita; 16 €; 224 pp.), un libro che attinge alla sua esperienza clinica e ai risultati degli studi più interessanti e li trasforma in consigli utili per tutti.
Le prime intuizioni che l'integrazione con la vitamina D potesse modulare la permeabilità intestinale e alterare la concentrazione della catelicidina umana LL-37, un peptide antimicrobico del sistema immunitario innato espresso dall'epitelio gastrointestinale, risalgono almeno a una ventina di anni fa e da allora vi sono stati diversi lavori che hanno indagato il suo possibile ruolo nella malattia di Crohn.