Diversi nutraceutici sono in grado di ridurre in modo significativo la colesterolemia nell’uomo. Alcuni, peraltro, agiscono anche su infiammazione vascolare, reattività endoteliale e rigidità arteriosa, marcatori surrogati di stress e invecchiamento vascolare. Per non parlare dei probiotici che, risultati alla mano, si stanno aggiungendo di fatto al pool dei nutraceutici ipocolesterolemizzanti di interesse clinico. A parlarcene, Arrigo Cicero, presidente Sinut (Società italiana di nutraceutica), intervenuto sul tema al recente congresso nazionale di Bologna

Negli ultimi anni, sono emerse diverse evidenze sulla capacità di molti fitoterapici e/o nutraceutici di interferire con alcuni parametri legati alla sindrome metabolica, contribuendo così a ridurre lo sviluppo di rischio cardiovascolare. Come discusso recentemente a Bologna, nel corso del congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), si sta assistendo a una diffusione di questi prodotti, in particolare nel campo dell’eccesso ponderale e del diabete mellito di tipo 2 con obesità.

Nutraceutici multi-target, con un esteso campo di applicazione, oggi focalizzato in particolare sulla sarcopenia ma che in un futuro prossimo potrà allargarsi a diversi ambiti, dalla lotta alle malattie croniche sino al contrasto della senescenza cellulare. Questo quanto emerso sugli Aminoacidi essenziali (Aae) nel corso del recente congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) tenutosi a Bologna.

I nutraceutici possono rappresentare una valida strategia nella prevenzione e/o cogestione dell’osteoartrosi (Oa) in associazione o meno alle terapie convenzionali, così come ribadito nel corso del XII congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) conclusosi nei giorni scorsi a Bologna.

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