Supplementi dietetici o prodotti nutraceutici hanno dimostrato, al momento attuale, una limitata efficacia nella terapia dell’eccesso ponderale. Al contrario, molti fitoterapici e/o nutraceutici sono in grado di incidere su alcuni parametri quali, per esempio, insulino-resistenza, ridotta tolleranza glicidica e dislipidemie. Sono, dunque, necessari ulteriori studi rigorosi su questo fronte, anche con l’uso combinato di più nutraceutici.
I nutraceutici rappresentano una risorsa se utilizzati in un contesto di prevenzione, un costo se assunti in modo estemporaneo. Così Carlo Ranaudo, docente di Strumenti di gestione terapeutica clinica ed economica presso il dipartimento Farmacia dell’Università di Salerno, durante la sua relazione al recente congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) di Bologna.
Quando adeguatamente dosati e perseguendo una aderenza/persistenza adeguata, i nutraceutici possono avere un impatto significativo su prognosi e qualità della vita in un contesto in cui, per motivi vari, perseguire una dieta sana va rivelandosi di difficile applicabilità. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato a Bologna, in apertura del XIII congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), dal presidente Arrigo Cicero, che abbiamo incontrato a margine dei lavori.
Una dieta vegetariana e vegana può risultare adeguata anche per gli atleti. Necessarie, però, una pianificazione strategica del piano nutrizionale e una corretta scelta e combinazione degli alimenti, nel rispetto del fabbisogno energetico e del corretto rapporto tra macro e micro nutrienti. Così Luca Belli, biologo nutrizionista, specialista in Scienza dell’alimentazione e consigliere Sinseb (Società italiana nutrizione sport e benessere), nella sua relazione al 13° Congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) svoltosi nei giorni scorsi a Bologna.