La carta di identità non necessariamente è rivelatrice dell’età reale del nostro organismo. Accanto a quella anagrafica, infatti, va sempre valutata quella biologica, il reale termometro dei processi di invecchiamento, estremamente sensibile agli stili di vita e, in particolare, all’alimentazione: una dieta a forte carattere pro-infiammatorio, ricca di alimenti di origine animale, dolci e cibi ultraprocessati, infatti, rischia di farci invecchiare più precocemente, come dimostrato da una recente analisi dei dati dello studio Moli-sani, pubblicata su Nutrients. A raccontarcela, Licia Iacoviello, direttore del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli e professore ordinario di Salute Pubblica all’Università dell’Insubria di Varese, tra gli autori della ricerca.

Un deficit di taurina, aminoacido prodotto dal nostro organismo e presente in molti alimenti, potrebbe essere un fattore scatenante i processi di invecchiamento. A suggerirlo, uno studio pubblicato su Science, condotto su modelli animali e che apre nuovi scenari sulla comprensione dei fenomeni di senescenza cellulare.

Una corretta alimentazione può essere un importante alleato per la prevenzione di malattie infettive e patologie croniche, soprattutto negli anziani. A sottolinearlo, nei giorni scorsi, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione promossa dalla Fao, HappyAgeing, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nel corso di un incontro a Roma.

Human aging: from cellular mechanisms to therapeutic strategies (C. Caruso, G.Candore, Academic Press, 350 pp., 160 Euro), disponibile nelle librerie e on line dal prossimo maggio, offre un quadro completo di tutti gli aspetti biologici legati all'invecchiamento umano, dai meccanismi cellulari (stress ossidativo, senescenza cellulare e inflammaging), alle malattie legate all’età, alle strategie per rallentare il processo. Nel volume, un capitolo (Nutraceutical approach to age-related disease. The clinical evidence for cognitive decline) dedicato alla nutraceutica a firma di Arrigo FG Cicero e Alessandro Colletti. Curatori dell’opera: Calogero Caruso e Giuseppina Candore, dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata dell’Università di Palermo.

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