Integratori ricchi di idrossitirosolo e vitamina E per il trattamento della steatosi epatica non alcolica e della fibrosi correlata in età pediatrica. Una prospettiva aperta da uno studio italiano da poco pubblicato su Nutrients che ha visto la collaborazione tra l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il Centro obesità dell'Università Politecnica delle Marche e l’Università di Messina. A parlarcene, Anna Alisi, responsabile dell’Unità di Genetica molecolare dei caratteri complessi al Bambino Gesù e coordinatrice della ricerca.

Che la vitamina E, uno degli antiossidanti dietetici liposolubili fondamentali, giochi un ruolo importante nel determinare il profilo lipidico di chi ha diabete mellito è informazione nota. Meno chiaro, invece, sono i dosaggi, la modalità di integrazione e le caratteristiche dei soggetti che potrebbero beneficiarne, data l’eterogeneità di questi parametri nei diversi studi presenti in letteratura.

La pandemia in corso ha dato una spinta rilevante al mercato delle vitamine che, nel 2020, ha raggiunto un valore di 545,6 milioni di euro (valore prezzo al pubblico), in crescita del 22,1% rispetto all’anno precedente, secondo quanto comunicato in questi giorni da Iqvia, il provider globale di dati, analisi, consulenza e tecnologie innovative in ambito farmaceutico.

Negli ultimi decenni, la prevalenza di malattie allergiche è aumentata in modo significativo in tutto il mondo. Il motivo sembra, tra l’altro, legato alle nuove abitudini alimentari che vedono prevalere alti consumi di acidi grassi omega-6 rispetto agli omega-3, insieme alla riduzione del consumo di vegetali e cibi freschi contenenti antiossidanti come le vitamine A, C ed E.

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