Prestigioso riconoscimento agli studi sul microbiota intestinale quello attribuito da Nature Immunology a Paola Ricciardi Castagnoli, immunologa di fama mondiale e direttore del Comitato scientifico della Fondazione Toscana Life Sciences. In occasione del suo ventennale, infatti, la rivista ha scelto i 20 lavori più autorevoli di immunologia pubblicati in questo periodo tra i quali figura “Dendritic cells express tight junction proteins and penetrate gut epithelial monolayers to sample bacteria”, un’importante ricerca dedicata al microbiota intestinale pubblicata nel 2001 e della quale oggi l’immunologa racconta la storia in un commento - “Sensing the Gut Microbiota”, che ripercorre l’attività di ricerca svolta tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila, culminata poi con la pubblicazione del lavoro sulla rivista.
Dall’osservatorio privilegiato di un medico psichiatra e nutrizionista, il metodo che spiega quali cibi combattono i disturbi della psiche e come inserirli nei pasti di tutti i giorni. Con La Dieta della Mente Felice (Vallardi Editore, 336 pp., 17,10 euro) Stefano Erzegovesi, primario del Centro per i Disturbi Alimentari dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano suggerisce il corretto approccio dietetico per migliorare la salute del microbiota e contribuire in modo attivo al proprio benessere psichico.
Allo scopo di far luce sul legame tra microbiota intestinale e artrosi, nei mesi scorsi un gruppo di lavoro ha pubblicato su Ageing research, per conto dell’European society for clinical and economic aspects of osteoporosis, osteoarthritis and musculoskeletal diseases (Esceo) un documento di consenso che fa il punto su quanto oggi emerge dalla letteratura scientifica.
La risposta al cibo è strettamente individuale e personalizzata. Conta la genetica, ma meno di quanto si pensi, mentre altri fattori entrano in gioco e fanno la differenza, a partire dalla composizione dei cibi, per arrivare al microbiota e a stili di vita che comprendono, per esempio, attività fisica e qualità del sonno. Inutile, dunque, impostare diete standard: su tutti vince la cosiddetta nutrizione personalizzata o di precisione in quanto, a parità di alimento assunto, la risposta metabolica tra un individuo e l’altro può variare anche fino a dieci volte.