Cina e Usa sono i Paesi che possono mettere a rischio l’obiettivo che l’Oms si è data di ridurre entro il 2025 del 30% il consumo di sale a livello mondiale. Il dato emerge da uno studio pubblicato su Bmj open che ha esaminato decine di migliaia di prodotti trasformati a base di carne e pesce presenti nei supermercati di cinque nazioni che proprio l’Oms sta monitorando per verificare il trend rispetto agli obiettivi prefissati: Usa, Uk, Australia, Cina e Sud Africa.

Si chiama Nova ed è un nuovo sistema di classificazione degli alimenti messo a punto da un gruppo di ricercatori brasiliani. Il criterio su cui si basa è il grado di processazione industriale: una rivoluzione rispetto agli indicatori che puntano sui contenuti nutrizionali degli alimenti. Nova si sta facendo largo tra i ricercatori, benché qualcuno stia sollevando obiezioni date le discrepanze che emergono sugli stessi alimenti se valutati con sistemi diversi, per esempio basati proprio sui nutrienti indicati in etichetta.

Il consumo di cibo ultraprocessato potrebbe determinare effetti negativi sull’aspettativa di vita, associandosi a modificazioni cromosomiche correlate ai processi di invecchiamento. Queste le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Navarra, a Pamplona, presentato nei giorni scorsi durante l’European and international congress on obesity, svoltosi on line, e pubblicato sull’American journal of nutrition.

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