Mima-digiuno, pioggia di dati su effetti anti-cancro: nuovo trial clinico su Nature

16 Luglio 2020

Periodo decisamente fertile di indicazioni quello per la dieta mima-digiuno, in particolare in ambito oncologico. Già lo scorso maggio avevamo cominciato a raccontarvi dell’efficacia, su modello animale, di una combinazione di questo protocollo dietetico con alte dosi di vitamina C in tumori Kras mutati. Poi sono arrivati i primi dati clinici di cui vi abbiamo dato conto la scorsa settimana, quando uno studio olandese ha evidenziato la capacità della mima-digiuno di migliorare la risposta alla chemioterapia in donne con tumore al seno. Passano pochi giorni ed ecco che su Nature appaiono i risultati di uno studio internazionale, coordinato dal Policlinico Universitario San Martino di Genova e dall’Ifom (Istituto firc di oncologia molecolare) di Milano, e sostenuto da Fondazione Airc, in cui, per la prima volta, sono stati valutati gli effetti di cicli ripetuti della dieta a base vegetale ipocalorica in pazienti con tumore al seno, anche metastatico, in trattamento con terapia ormonale.

I dati raccolti su 36 pazienti mostrano che cicli di dieta protratti per una media di circa sei mesi riducono alcuni fattori di crescita che contribuiscono a favorire la proliferazione cellulare e possono influenzare la crescita tumorale. Un risultato incoraggiante, perché mostra che anche negli esseri umani, come negli esperimenti condotti in cellule in coltura e in modelli animali, questo effetto metabolico potrebbe associarsi a una minor progressione del cancro, a un potenziamento dell’efficacia delle terapie e a un recupero della sensibilità al trattamento nei casi in cui si sia instaurata una resistenza ai farmaci.

Tuttavia, precisano gli Autori, i dati sono preliminari e devono essere confermati in studi clinici più ampi. Inoltre, sia i cicli di dieta, sia le settimane di intervallo prevedono protocolli precisi e devono avvenire sotto stretto controllo medico. Non è perciò consentito un approccio “fai da te” che aumenterebbe il rischio di malnutrizione, una condizione che nei pazienti oncologici può essere molto pericolosa, minando l’esito delle terapie.

“La dieta che abbiamo sperimentato, valutandone gli effetti clinici per la prima volta in donne con tumore della mammella anche metastatico in terapia ormonale, è un regime alimentare vegano ipocalorico che induce nel corpo gli effetti metabolici del digiunare e, per questo, è stata chiamata mima-digiuno”, spiega Alessio Nencioni, del dipartimento di Medicina interna del Policlinico San Martino, Università di Genova, coordinatore dello studio assieme a Valter Longo dell’Ifom.

“Nei topi, la dieta mima digiuno non solo ha rallentato la crescita tumorale, ma ha fatto regredire i tumori anche dopo l’acquisizione di resistenza alle terapie farmacologiche standard” aggiunge Longo, che da 15 anni studia l’effetto del digiuno contro i tumori.

Continua Nencioni: “Le pazienti con tumore della mammella in terapia ormonale hanno seguito i cicli di questa dieta per una media di circa sei mesi, senza mostrare effetti collaterali consistenti, ma soltanto fastidi lievi e transitori come mal di testa e debolezza. Alcune di loro assumono la terapia per cicli mensili da quasi due anni senza alcun problema: si tratta perciò di un intervento ben tollerato se adeguatamente pianificato. La dieta ipocalorica abbinata alle terapie ormonali ha ridotto i livelli di glucosio in circolo ma soprattutto la leptina, l’insulina e il fattore di crescita insulino-simile - Igf 1,, tutte proteine che favoriscono la proliferazione delle cellule di tumore della mammella. Le modifiche metaboliche indotte dalla dieta mima-digiuno sono associate a effetti antitumorali positivi, che peraltro vengono mantenuti a lungo nel tempo. Ciò significa che questo regime di restrizione dietetica potrebbe essere un’arma in più per combattere il tumore della mammella nelle donne in terapia ormonale, senza il rischio di effetti collaterali seri. Abbiamo infatti osservato che il protocollo non compromette lo stato nutrizionale delle pazienti, se fra un ciclo di dieta e l’altro si prescrive un’alimentazione adeguata per evitare malnutrizione e perdita di peso. Inoltre, se si prevede un regime di attività fisica leggera/moderata fra un ciclo e l’altro, le pazienti mostrano anche un miglioramento della composizione corporea, con una riduzione della massa grassa e un aumento della massa magra. Tutti elementi che indicano come i cicli di dieta mima-digiuno, sotto controllo dello specialista, possano avere effetti positivi senza pericoli consistenti per la salute delle pazienti, aiutandole a orientarsi nelle terapie complementari per evitare errori e migliorarne i risultati. Si tratta ovviamente di risultati iniziali ma, se saranno confermati da ulteriori studi clinici con numeri più ampi di pazienti, potrebbero aprire la strada a nuovi scenari nell’ambito delle terapie oncologiche integrate, diventando una strategia da abbinare alle consuete cure”.

Nicola Miglino

 

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