Benefici dagli acidi grassi Omega-3 nei soggetti diabetici. A evidenziarlo, uno studio da poco pubblicato sul Journal of clinical endocrinology and metabolism, tra i primi a fare chiarezza su un aspetto ancora poco studiato legato all’impiego di Omega-3 nel regime dietetico di chi soffre di diabete.

Il prediabete è definito da livelli di glicemia a digiuno compresi tra 100 e 125 mg/dl o da valori glicemici compresi tra 140 e 199 mg/dl dopo due ore dal carico orale con 75 gr di glucosio. Ancora, esso è caratterizzato da valori di Emoglobina Glicosilata (HbA1c) compresi tra 5,7% e 6,4 %1. Corrisponde a una fase critica, che richiede interventi tempestivi al fine di prevenire la progressione verso il Diabete mellito tipo 2 (Dm2)2. Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per il ruolo della nutraceutica nel trattamento del prediabete, considerando che numerosi studi hanno dimostrato come l'assunzione di alcuni nutraceutici migliori i valori di glicemia a digiuno e/o di HbA1c, riducendo il rischio di sviluppare Dm2.3-4

I semi di lino sono considerati alimento funzionale grazie all’elevato contenuto di acido alfa-linolenico, lignani e fibre alimentari. In particolare, il contenuto lipidico è di circa il 73%, di cui il 32-45% è alfa-linolenico.

Una dieta a basso contenuto di carboidrati può ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e promuovere la perdita di peso. Questi i risultati di uno studio americano, della durata di sei mesi, recentemente pubblicato su Jama network open, condotto su 150 adulti (72% donne, prevalentemente di colore) di età compresa tra 40 e 70 anni in condizione di cosiddetto prediabete o diabete moderato, ovvero con livelli di emoglobina glicata (HbA1c) compresi tra 6,0 e 6,9%.

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