Due nuovi studi condotti dall’Intermountain Health a Salt Lake City potrebbero mettere in discussione le raccomandazioni sui dosaggi di vitamina D per raggiungere livelli utili a prevenire eventi cardiovascolari. Secondo i ricercatori, infatti, per ottenere i risultati auspicati, spesso è necessario dare ai pazienti dosi molto più alte di quella giornaliera raccomandata dalle linee guida (600-800 UI). In alcuni casi, si potrebbe arrivare anche a oltre 10.000 UI.

Una nuova ricerca pubblicata sul Journal of the national comprehensive cancer network suggerisce che donne con cancro alla mammella e bassi livelli di vitamina D prima di iniziare il trattamento con il chemioterapico paclitaxel hanno maggiori probabilità di sviluppare neuropatia periferica.

Vi è una stretta correlazione tra livelli di vitamina D nel sangue e gravità del quadro clinico correlato a psoriasi. A segnalarlo, uno studio presentato lo scorso luglio a Nutrition 2023, l’appuntamento annuale promosso a Boston dall’American society of nutrition.

Oggi si guarda con interesse agli effetti di diversi macronutrienti e micronutrienti su insorgenza ed evoluzione dell’artrite reumatoide. L'assunzione eccessiva di zucchero e l’eccesso calorico sono oggi ampiamente accettati come fattori di rischio, mentre esistono controversie sugli effetti di carne rossa, zinco, ferro, N-acetilcisteina (Nac), acidi grassi polinsaturi Omega-3, vitamina D e selenio, così come si continuano a rivalutare gli ingredienti estratti dalle piante per i loro effetti promettenti sulla prevenzione dell'insorgenza e sul miglioramento della gravità della malattia. 

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