Appello dei nutrizionisti italiani: identificare e trattare la sarcopenia

07 Ottobre 2020

È un appello accorato a clinici e istituzioni sanitarie quello rivolto dal Collegio dei docenti italiani di nutrizione (Med/49) dalle colonne di Nutrients: la sarcopenia è una condizione clinica a rischio negli anziani che va indagata e adeguatamente trattata.

Non è più tempo di indugiare: esistono efficaci strumenti di screening e intervento per correggere una condizione che ormai le evidenze scientifiche connotano come marker predittivo di diverse malattie non trasmissibili e mortalità. In aggiunta, screening come Bia (Bioelectrical impedance analysis) e Dxa (Dual-energy X-ray absorptiometry) andrebbero considerati al pari di quelli oggi suggeriti per la diagnosi precoce in oncologia.

Il documento pubblicato su Nutrients se da una parte denuncia una scarsa attenzione verso una situazione clinica che mette a forte rischio la salute di una popolazione fragile come quella over-65, dall’altra propone una serie di suggerimenti e di azioni utili per una correzione di rotta.

La prima raccomandazione è rivolta ai nutrizionisti, invitati a indagare sempre la condizione di sarcopenia negli anziani attraverso Dxa e Bia. Gli stessi medici di medicina generale in primis, insieme ad altri professionisti sanitari, vanno poi coinvolti in programmi di formazione e sensibilizzazione che li inducano a prescrivere approfondimenti diagnostici.

La comunità medica, a partire dai nutrizionisti fino a geriatri, internisti, neurologi e cardiologi, dovrebbe inoltre farsi portavoce presso le autorità sanitarie nazionali per la pianificazione di programmi di screening e trattamento che prevedano l’investimento di risorse nella fornitura di apparecchiature Dxa e Bia ai professionisti e nel rimborso dei costi per le cure ai pazienti. I nutrizionisti, insieme ad altri professionisti della salute, dovrebbero infine collaborare con i responsabili delle politiche sanitarie per condividere indicazioni e standard comuni rispetto alle tecnologie di screening.

La proposta pratica è che gli adulti di età superiore ai 65 anni siano sottoposti come pre-screening alla misurazione della forza di presa della mano (Fpm), marker precoce di dinapenia. In caso di positività, si passa a un primo esame di approfondimento tramite Dxa e a un livello successivo con il Bia per avere un quadro preciso della diminuzione di massa muscolare.

Poiché le cause della sarcopenia negli anziani sono molteplici, diversi sono anche gli approcci terapeutici indicati. Sulla base delle evidenze disponibili, si suggerisce quanto segue:

  • apporto proteico di almeno 1,2–1,5 g per Kg di peso al giorno negli anziani, sulla base del tipo di alimentazione, della funzione renale e della gravità della sarcopenia, con almeno 20-35 g/die di proteine ​​del siero di latte, insieme a esercizi fisici di resistenza. Dosi più elevate di proteine ​​(fino a 2 g pro Kilo/die) possono essere indicate in soggetti con malattia grave o in stato catabolico;
  • vitamina D, da fonti alimentari e integrative, a qualsiasi persona anziana con carenza o insufficienza (800 Ui/die o più a seconda delle concentrazioni sieriche);
  • calcio, da fonti dietetiche e supplementari, in quantità adeguate (almeno 1.200 mg/die).
  • regolare attività fisica insoggetti a rischio o con sarcopenia accertata.

Così conclude il documento: “È ora che le Autorità sanitarie prendano in considerazione l’utilizzo di screening di popolazione negli anziani. La sarcopenia è una condizione clinica curabile che oggi, però, presenta costi sociali ed economici enormi. I nutrizionisti devono raccogliere la sfida e acquisire competenze e strumenti utili allo screening, a partire da quelli per la valutazione della massa muscolare come la Dxa, accurata, rapida, sicura e a basso costo piuttosto che la Bia, semplice e pratica, per la stima della composizione corporea. Interventi nutrizionali ed esercizio fisico hanno dimostrato di migliorare qualità e funzione della massa muscolare. Dunque, se tutte le azioni suggerite venissero messe in pratica, sarebbe più facile portare all’attenzione dei decisori l’importanza di un fattore di rischio che, se controllato, consentirebbe di ridurre disabilità fisica e mortalità nelle persone anziane”.

Il commento finale di Mauro Serafini, ordinario di Alimentazione e Nutrizione umana all’Università di Teramo e tra gli autori del paper: “ Spero vivamente che questo documeto, frutto del lavoro sinergico dei docenti di nutrizione umana, possa aumentare l'attenzione verso la valutazione precoce della sarcopenia al fine di prevenire ulteriori manifestazioni patologiche negli anziani fragili”

Nicola Miglino

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