L’impiego di propionato, acido grasso a catena corta (Scfa), potrebbe essere di utile supporto nel ridurre i processi infiammatori che accompagnano malattie neurodegenerative come le Sclerosi multipla (Sm). L’evidenza deriva da uno studio internazionale pubblicato su Cell, che aggiunge un ulteriore tassello all’ipotesi sul ruolo del microbiota nella patogenesi delle malattie autoimmuni.

Molteplici interventi nutraceutici hanno già dato prova di risultati clinici e biologici in pazienti affetti da sclerosi multipla. Il ruolo giocato dallo stress ossidativo è oggi ben compreso durante le recidive acute, nelle lesioni infiammatorie attive e nelle placche croniche di lunga durata e le terapie antiossidanti sono una strategia razionale per questi pazienti.

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