La carenza di acido folico (vitamina B9) in tarda età potrebbe rappresentare un utile marcatore di rischio per lo sviluppo di demenza, se non addirittura di mortalità. Il dato giunge da uno studio osservazionale condotto da ricercatori della Icahn school of medicine al Monte Sinai e pubblicato su Evidence based mental health, rivista del gruppo del British medical journal (Bmj).

Una dieta a forte contenuto antinfiammatorio, ricca di frutta, verdura e legumi potrebbe essere la vera arma in più per combattere il rischio di demenza in età avanzata. Il suggerimento arriva da uno studio osservazionale pubblicato nei giorni scorsi su Neurology, organo ufficiale dell’American academy of neurology.

Pubblicata su Nutrients una metanalisi degli studi finora condotti per indagare gli effetti dell’impiego di L-acetilcarnitina nella prevenzione e nel controllo della demenza. Tema fortemente dibattuto sin da quando, nel 2003 una review sistematica sottolineò che non vi fossero prove sufficienti a giustificarne un impiego e, quasi contestualmente, una metanalisi giungeva a conclusioni opposte. Da allora diversi studi sono stati pubblicati e ora un gruppo di ricerca italiano ha provato a tirare alcune conclusioni sulla base di quanto a oggi disponibile. Ne abbiamo parlato con uno degli Autori, Giulia Malaguarnera, ricercatrice presso il dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche dell’Università di Catania, oggi assegnataria di una borsa di studio “Marie Skłodowska Curie individual fellowship” che l’ha portata a Rennes, in Francia a seguire un progetto di studio sull'asse intestino-fegato-cervello e le interazioni metaboliche correlate.

Una dieta sana si rivela una volta di più fattore protettivo, insieme ad attività fisica e intellettuale e la condizione di non fumatore, per lo sviluppo di malattia di Alzheimer. La conferma giunge da uno studio osservazionale, retrospettivo condotto sui dati di circa 3 mila persone, finanziato dal National institute on aging (Nia), parte dei National institutes of health (Nih), e pubblicato su Neurology, la rivista dell'American academy of neurology.

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