Xantina, nutriente chiave per la salute dell'intestino

31 Marzo 2023

Un nuovo studio condotto da ricercatori del Brigham and women's hospital ha presso in esame l’origine delle Th17, un sottotipo di cellule immunitarie presenti nell'intestino, scoprendo che alcuni composti molecolari hanno un ruolo importante nei processi di differenziazione cellulare proprio a livello intestinale. Uno di questi è il metabolita purinico xantina, presente in elevate quantità in alimenti contenenti caffeina come caffè, tè e cioccolato. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Immunity.

Le cellule T helper produttrici di interleuchina-17 (Th17) svolgono un ruolo chiave, favorendo la formazione di una barriera protettiva nell'intestino e, in caso di infezione batterica o fungina, sono in grado di trasmettere segnali che favoriscono la risposta immunitaria. Il loro coinvolgimento, inoltre, è stato evidenziato anche in altri ambiti, come in corso di sclerosi multipla, artrite reumatoide, psoriasi e Ibd.

Utilizzando diversi modelli sperimentali per studiare la cascata molecolare che porta allo sviluppo delle cellule Th17, i ricercatori hanno fatto la sorprendente scoperta che tale popolazione cellulare è in grado di proliferare anche in assenza di microbiota intestinale o in soggetti che avevano ricevuto antibiotici e quindi avevano una flora microbica intestinale compromessa. Il team ha scoperto che cellule epiteliali intestinali sotto stress portano a differenziazione delle cellule Th17 attraverso metaboliti purinici, come la xantina, anche in soggetti privi di batteri intestinali.

“È noto che la popolazione microbica è necessaria per la differenziazione delle cellule Th17, ma il nostro studio suggerisce che potrebbero esserci delle eccezioni”, sottolineano i ricercatori. “Abbiamo studiato i meccanismi alla base della formazione di cellule Th17 nell'intestino, ottenendo risultati sorprendenti che possono aiutarci a capire meglio lo sviluppo di malattie come l'Ibd. È troppo presto, però, per speculare sul fatto che basti una tazza di caffè per ottenere effetti protettivi, ma questi dati forniscono interessanti indizi per promuovere studi di valutazione su come rendere più forte ed efficiente la barriera intestinale”.

Nicola Miglino

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