Lo studio, condotto da Joshua Lambert e Gregory Ziegler, della Penn State University e pubblicato su Advances in food technology and nutritional sciences, è stato effettuato su macrofagi murini, stimolati con Lipopolissacaridi (Lps), ad attività pro-infiammatoria. Queste cellule sono state incubate con l’estratto di semi di avocado per un periodo di 24h e si è valutato l’effetto sulla produzione di citochine infiammatorie. Con concentrazioni di estratto pari o inferiori a 6 µg /ml non si è ottenuto un risultato significativo, mentre a concentrazioni superiori si è riscontrata, mediante tecniche Elisa, una diminuzione di Il-6, Tnf-α e Il-1β.
"Il prossimo passo sarà la progettazione di studi su modelli animali", ha detto Lambert, condirettore del center for plant and mushroom foods for health alla Penn State University. "Una possibilità che stiamo valutando, per esempio, è quella di prendere in esame un modello murino di colite ulcerosa per verificare se l'estratto di aggiunto alla dieta sia in grado di ridurre l'infiammazione. Il livello di attività osservato è molto buono, a concentrazioni nel range di microgrammi per millilitro, che è una quantità accettabile per giustificare ulteriori studi".
I ricercatori, oltretutto, non mancano di sottolineare, nel loro studio, un valore correlato a quello potenzialmente salutare dell’estratto. “Il seme dell'avocado Hass, il tipo più comune, rappresenta circa il 16-20% del peso totale del frutto ed è considerato un prodotto di scarto di scarso valore e che dunque potrebbe essere recuperabile, viste anche le grandi quantità di avocado oggi consumate”.
Anna Fasoli